Discussione: l'emigrante
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Vecchio 13-02-2011, 21.35.29   #48
dafne
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Perchè migrare?
Di tutto questo popò di parole il titolo della discussione è sempre stato una spina nel ditone a cui ogni tanto prestavo attenzione ma non troppo.

Certo, quando l'ho aperto il senso di non appartenenza alla città, come un'emigrante che torna dopo tanti anni, era forte...ma poi la cosa m'è passata in secondo piano e superato il farlocco distacco il senso del titolo è andato a farsi benedire...credevo...

Invece no, ecco che torna prepotente a battere sulla porta perchè da ragazzina nel profondo mi crogiolavo quando la mia adorata insegnante mi chiamava vagabonda...senso di libertà forse, di scoperta, di mancanza di legami..

Posso consolarmi pensando che, almeno, da vagabondo (in genere senza meta) a emigrante almeno il secondo è alla ricerca di qualcosa che gli serve lontano dal luogo dove vive.
Ma ho la spiacevole sensazione che migrare sia diventato un vagabondare e non mi và più bene.

Oggi leggevo Sole e mentre associavo il suo racconto ai sogni che aveva fatto sul lavoro mi son detta "vedi che magari il suo inconscio già conosceva il problema e anche la risposta" dopo un pò m'è venuto il nervoso e solo dopo un pò ho catalizzato su quel Losà la percezione del disagio. (scusa Sole se ti tiro in mezzo ma ti ringrazio tanto )

E se anch'io sapessi cosa devo fare? E se riuscissi a migrare tra i miei modi di fare invece di vagabondarci potrei trovare quello che non trovo nel solito atteggiamento?

Andando sul pratico,perchè dopo la migrazione e il ritorno non svuoto la valigia e ci guardo dentro? Per poter ripartire di nuovo, è ovvio, ma è una cosa che a costi vale abbastanza?

Io lo sò che cosa devo fare, magari fosse la volta che stà rabbia si direziona giusta e mi dò un altro sonoro ceffone e mi arrendo a quest'ovvia cosa.
Poi magari il risultato non è eccelso e devo provare un alto modo ma non c'è modo di scoprirlo senza ritentare.

Certo, se faccio la valigia e riparto..ciao...va tutto daccapo e senza colpa neanche perchè, si sà, non potevo che fare così.

Tutto stò farneticare per dirmi, sperando che la carta canti davvero, che io posso cambiare. Posso fare quel che c'è da fare, provare, riprendermi, cadere, ecc ecc ecc tutto il cucuzzaro, posso, e posso magari nel tempo decidermi e potendo muovermi fare il turista

Non sò ancora bene che cos'è sta colla che mi trattiene, leggera come un velo ma solida come la plastica di certe confezioni, che tiri tiri tiri e si alliunga, si deforma, ma mentre l'allunghi diventa ancora più forte, più difficile da lacerare.

Sarà superbia, sicuramente, ma la mia incapacità di ammettere di avere torto è tale da essere riuscita a dire ho sbagliato in alcune occasioni proprio come giustificazione per non ammetere nel profondo che ho sbagliato e visto l'errore ho perseguito cercando scuse.

Orgoglio? Crededvo che la mia bestia nera fosse la pigrizia ma forse ho sbagliato tutto.

Grazie città
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