Discussione: Raptus di follia
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Vecchio 29-03-2012, 00.00.31   #1
diamantea
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Predefinito Raptus di follia

Da settembre scorso in comunità ospito due uomini con problemi di tipo psichiatrico.
Uno è bipolare, ha 63 anni, due figli che lo hanno allontanato, l'altro è schizofrenico, con ritardo mentale, 53 anni, un fratello che vive in Liguria. Sono soli, come fossero senza famiglia, in affidamento dai servizi sociali e seguiti da anni dal DSM territoriale, entrambi trattati con psicofarmaci. Provenivano da un'altra comunità per anziani, che ha chiuso, economicamente a carico del comune visto che percepiscono solo l'assegno di invalidità civile e non posseggono altri beni. Nella mia zona le comunità convenzionate si contano su meno delle dita di una mano, poi si va fuori territorio.

Ero molto titubante se prendere anche lo schizzofrenico, ci ho pensato molto a lungo, ho avuto alcuni mesi per programmare l'inserimento, nel frattempo ho osservato, parlato con chi lo segue da anni, compresa la comuntità di provenienza, ma sono stata rassicurata che ormai è da almeno dieci anni che non ha più crisi di aggressività, è ben compensato dai psicofarmaci, fa la puntura una volta al mese, è buono , dolce, educato, tranquillo, riabilitato e un sacco di ecc... mi hanno quasi pianto per prendermelo, perchè si faceva compagnia con l'altro, visto che erano nella stessa comunità... faceva pena lasciarlo solo, senza famiglia... seguito e monitorato da loro...non ti lasciamo sola, ti prego fammi questo miracolo, non sappiamo dove mandarlo ormai non è più da comunità psichiatrica, ha bisogno di accoglienza e di affetto di garantisco non avrai problemi bla bla bla...
Insomma mille garanzie che ormai era fuori pericolo e potevo tranquillamente tenermelo in comunità per anziani.
Stasera è successo quello che avevo temuto e che non doveva accadere.
Era stato tranquillo tutto il giorno fino a sera, poi una scusa banale scatta il raptus, questi aggredisce all'improvviso il compagno di stanza, lo butta a terra gli mette le mani al collo per ucciderlo, urla, bestemmie, parole immonde erano il male minore... per dividerli c'è voluto tutta la forza delle due operatrici presenti. Io ero in ufficio, a piedi. Stavo per chiamare i vigili urbani per un TSO ma poi lui si è calmato, è tornato lucido, si è reso conto di avere avuto una crisi, che aveva sbagliato, si è messo a letto, nel frattempo sono arrivata, abbiamo parlato un pò, ragionava lucidamente, quasi avesse fatto una bravata, poi si è addormentato, i farmaci hanno avuto la meglio.
Per stanotte ho chiamato di rinforzo l'autista, uomo giovane e corpulento, perchè si è generata paura generale. Non volevo fargli passare la notte in psichiatria ma nemmeno lasciare la comunità senza sicurezza.

Domani dovrò affrontare questa situazione.
Si è creato un brutto precedente, io non sono preparata per questo tipo di incidenti. Da me ogni tanto litigano le donne, fra loro, ma sono gestibili, sono anziane, qualcuna demente ma non sono schizzofreniche anche se a volte hanno atteggiamenti di tipo schizofrenico. Ho gestito bene il ritardo mentale non aggressivo, ma qui siamo nel campo clinico psichiatrico certificato da una diagnosi, tutta un'altra tipologia di disabiltà.
Questo ha mostrato una forza bruta, un'aggressività grave, voleva e poteva ucciderlo.
Era da un pò che faceva discorsi strani, che lui può anche uccidere, tanto è pazzo non gli fanno nulla e rideva come fosse una bravata di ragazzini.

A me dispiace sinceramente mandarlo via, mi sono affezionata, è stato veramente buono, tranquillo, sereno, ultimamente mi diceva che da me si sentiva felice e voleva rimanere per tutta la vita.
Si era integrato bene.
Ora non so che fare, ho perso un pò la fiducia verso tutte le rassicurazioni e garanzie che ho ricevuto dalla sua psichiatra, da chi lo ha seguito in questi anni. Mi dispiace farlo rinchiudere in una comunità psichiatrica ma devo garantire la sicurezza in comunità, ho la responsabilità di altre persone, del personale.
La schizzofrenia è una malattia seria, grave, da cui non si guarisce mai, il raptus è sempre in agguato, latente, si accumula e poi scarica sull'oggetto che in quel momento diventa spina irritativa.
I farmaci compensano ma forse non sgongiurano mai il pericolo al 100/100 nemmeno dopo anni.
Mi sento arrabbiata per come hanno quasi messo la mano sul fuoco sulla sua innoquità.

Avete qualche suggerimento?
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Ultima modifica di diamantea : 29-03-2012 alle ore 00.03.09.
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