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Vecchio 20-02-2011, 20.05.43   #47
Sole
Conosce ogni vicolo
 
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Originalmente inviato da Uno Visualizza messaggio
Ci stiamo avvicinando
Nel concetto manca il discorso del cosa ci facciamo, e come, con quello che passa per noi (o si blocca).
Ogni cosa dovrebbe essere elaborata, sistemata... messa in archivio, insomma dovrebbe costituire in termini semplici l'esperienza (che non è mera memoria, ricordiamolo per sicurezza), e in definitiva anche la base della nostra essenza: siamo quello che facciamo.

Quindi ricapitolando quando facciamo entrare qualcosa in noi (perchè è qualcosa a cui per diversi motivi permettiamo il transito) può grosso modo prendere due strade:
La elaboriamo e poi la scarichiamo naturalmente (che sia passandola ad altri che ne necessitano o riversandola nell'ambiente con sistemi più o meno evidenti e durevoli, perchè comunque l'abbiamo "macinata".
Si blocca, ci rimane sul groppone (in tutti i sensi) e se non troviamo chi ci presta attenzione e tutti i meccanismi detti da Ray....
Non so se ho capito bene ma è come se, in un certo senso, elaborando tutto ciò che ci arriva facessimo nostra una esperienza indirettamente. Cioè elaborandola dal fardello che ci viene caricato con dati che sono già all'interno di noi. Forse è un pò contorto. Voglio dire che se abbiamo un dato in noi, una caratteristica e da chi ci passa lo scatolone arriva qualcosa che noi non riusciamo ad esperire direttamente, usando il pacco possiamo integrare la caratteristica ed elaborarla insieme le cose, facendo quell'esperienza e archiviando il caso. Sotto questo punto di vista il detto "si impara sempre qualcosa ascoltando gli altri" acquista tutto un nuovo e più ampio significato. E questo sarebbe il modo migliore per restituire. Penso che a volte per pura fortuna, mi è capitato di farlo, ma di aver una idea chiara di cosa fare e come no.
Quote:





Adesso veniamo a chi presta attenzione. Come giustamente avete detto a volte ci si sente stanchi e a volte pieni di energia.
Ammettiamo che noi prestiamo attenzione sempre nello stesso modo (che non è ma poi vediamo) se chi vuole attenzione ci manda roba, inizia a lavorare, in tempo reale, su quello che gli rimane e si riprende subito anche quello che gli stiamo tenendo al minimo non ci stanchiamo, torniamo minimo come prima, se invece ci consegna il fardello, non fa nulla e cerca di non riprenderselo, almeno momentaneamente, ci massacra.

Però noi, indipendentemente dall'altro, possiamo anche fare una cosa (ovviamente se ne valesse la pena), se mentre ci arriva la roba, pur non elaborandola (non è roba nostra, non è compito nostro) la mettiamo un pò in ordine e la ritorniamo indietro in questo modo, oltre che aiutare l'altro impariamo delle cose e lavoriamo sulle nostre cose.
Mentre mettiamo a posto i "pacchi" dell'altro, visto che di magazzino ne abbiamo uno solo, dobbiamo per forza prender in mano anche qualche pacco dei nostri e magari contestualmente qualcuno lo lavoriamo in tempo reale.
Se invece ci arriva il tir dell'altro, buttiamo tutto dentro alla rinfusa intanto ci ingolfiamo e ci sentiamo sfiniti, poi rischiamo pure che nel restituire ci rimane qualcosa che si perde in mezzo al casino.
Questa è una cosa su cui inconsciamente a volte l'altro conta, se uno impara (o gli riesce per caso) a lasciare un pò di pacchi ad ognuno che incontra gli pare di trarne sollievo, di far meno fatica etc..

Quindi affinchè sia produttivo per entrambi stiamo parlando di un flusso che passa da uno all'altro, come una palla che rimbalza dalle mani di uno all'altro. Se invece chi presta attenzione non riesce a ripassare la palla per via dell'interlocutore, può in ogni caso rimetterla nell'ambiente.
Però come si fa ad essere certi di non aver perso pacchi per strada? Fecendo un esame delle proprie risorse e del proprio stato? Un ripasso di tutto per verificare di aver copiato tutto?
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Se non sarò me stesso chi lo sarà per me? E se non ora, quando?
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