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Vecchio 05-02-2010, 02.14.34   #2
Grey Owl
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Originalmente inviato da Ray Visualizza messaggio
Quanti pensieri come quello del vigile ci attraversano? Oppure, vista da un'altra parte, in che fase del processo di interiorizzazione di una frustrazione questo pensiero compare e che ne facciamo?
Riprendo l'esempio del vigile, egli mi ha fatto la multa. La prima reazione è di sorpresa, vedere quel fogliettino svolazzare tra il vetro e la gomma dello spazzavetri. Dopo aver letto l'ammontare della multa, già la tensione interiore cresce, la rabbia si fa spazio col pensiero di dover pagare la multa, lo sguardo si alza alla ricerca del vigile. Quel bastardo mia ha fatto la multa, quel cornuto non ha altro da fare che multare un cittadino onesto che paga le tasse invece di arrestare i veri delinquenti?

La paranoia è un'elemento funzionale in questa società che non riconosciamo come nostra, alieni tra estranei.
Al contrario di un piccolo paese in cui tutti si conoscono, come una famiglia allargata, nessuno viene escluso in cui vi è un senso di appartenenza.

Altro elemento che crea paranoia è la perdita dei valori in ambito spirituale ma anche in ambito sociale.
Se non ho a chi rivolgere le mie frustrazioni, le mie preghiere, beh allora dovrò crearmi un paliativo che sfocia in paranoia. Nel sociale se non mi identifico nel tessuto sociale, nel mio paese, nel mio quartiere, nel mio condominio, beh difficilmente riesco a rapportarmi con esso.
La paranoia diventa un modus operandi consueto nei rapporti con l'altro, lo straniero, il non-me-stesso. Diventa persino facile e seducente vedere nell'altro la mia frustrazione. la mia rabbia.
Colpisci prima di essere ferito, non attendere il primo colpo, oramai è normale ragionare in termini di guerra preventiva, chi non è con me è contro di me.
A lungo andare questo modo di rapportarsi, questa paranoia crea un sottoprodotto che definirei edonismo autoimposto.
Se tutto quello che accade di negativo o di non accettabile viene trasformato in azioni contro la mia persona, ben presto la mia paranoia mi ergerà a martire del giusto.
Io sono la vittima, io non sono capito, io sono nel giusto e combatto contro il male altrui, quel male magari generato dalla invidia alla mia persona. Si perde sempre più contatto con la realtà interpretando a priori gli episodi fantasticando un mondo migliore per contenere le proprie frustrazioni.

Per ora mi fermo qui...
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