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Vecchio 06-02-2010, 18.32.06   #12
griselda
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Originalmente inviato da Ray Visualizza messaggio

Il punto è il processo di interiorizzazione di una frustrazione.

Torniamo al vigile.

Quando parcheggio in divieto
in qualche modo spero sempre di non beccare la multa,

anche se so che parcheggiando in divieto posso prenderla...

e qui conta molto l'atteggiamento di partenza, ossia quante balle mi racconto quando parcheggio.
In teoria potrei anche avere da subito l'atteggiamento più sensato ossia
"so che parcheggio in divieto, spero di passarla liscia, ma se prendo la multa bon, ho messo in conto questo e ho scelto di parcheggiare quindi se dovrò mi assumo la cosa e non me la prendo con nessuno" (la cosa migliore sarebbe non parcheggiare in dievieto ovviamente, ma poniamo il caso di aver valutato bene i pro e i contro anche verso gli altri).

In questo atteggiamento il livello di autoballe è minimo... e da questo si può salire fino al giustificarsi completamente per l'azione che stiamo compiendo e convincerci che abbiamo diritto a parcheggiare li. C'è anche l'opportunità di parcheggiare in divieto senza accorgersi e scoprirlo solo quando troviamo la multa.

In ogni caso però, quando trovo la multa, sono di fronte ad una frustrazione. La mia speranza di passarla liscia è vanificata e l'emotività che avevo caricato in essa mi rimbalza addosso. In questo momento di innesca un meccanismo che, per quanto possa presentare connotati soggettivi, grossomodo segue per tutti un procedimento simile. Questo procedimento è rappresentabile da una serie di pensieri che ci attraversano e sui quali è possibile che ci fissiamo. Se questo accade il procedimento si interrompe e non interiorizziamo del tutto la frustrazione. Mi piacerebbe molto, se avete voglia, che osservaste in voi quanto accade tenendo conto di questi parametri... a scopo di studio. Io anche descriverò i risultati delle mie osservazioni. Grey lo ha fatto e lo ha fatto molto bene, anche se non ha isolato del tutto la parte "paranoica".

Io sostengo che in questo processo passiamo tutti ad un certo punto in una fase "paranoica" nella quale attribuiamo ad altri o al mondo intenzioni aggressive nei nostri confronti. Se passiamo oltre, sia che ci fissiamo a fasi successive sia che portiamo a termine il processo, significa che di questi pensieri "ci facciamo qualcosa" ossia che usiamo un metodo per andare avanti. Questi metodi sono a mio avviso estremamente interessanti da studiare perchè potrebbero contenere delle soluzioni significative per favorire la nostra "pulizia" mentale e perchè forse sono migliorabili.

E' anche interessante lo studio del processo in se, ossia quando possiamo dire di aver completamente interiorizzato una frustrazione?


PS: a Daf non rispondo perchè ce l'ho con lei.
Adesso hai spiegato meglio e forse ho capito ahahahah
Io sono molto ligia alle regole, quando andavo al lavoro mi presentavo sempre almeno quaranta minuti prima, un po' per via del parcheggio introvabile un po' perchè mi mette ansia il pensiero di non arrivare in tempo.
Bon un giorno nonostante tutto il mio impegno ad onorare la puntualità (mania di perfezionismo / paura di risultare imperfetta e quindi giudicata non idonea) ho dovuto lasciare l'auto davanti al negozio che dovevo aprire come ogni giorno ad una determinata ora.
Mi sono detta apro e poi controllo e il primo posto che li si libera chiudo un secondo e sposto l'auto, so che ci sono i vigili che potrei prendere la multa perchè parcheggiare in seconda fila non è permesso, ma neppurea arrivare tardi al lavoro.
Ma non ho scelto, ho dovuto arrendermi ad un certo punto e parcheggiare in seconda fila, in pratica una scelta obbligata da il mio modo descritto sopra. Una scelta non consapevole.
Tant'è che quando ho aperto il negozio, entrando da dietro il tempo di aprire e toh c'era su la multa.
Mi è scattata una rabbia pazzesca, mi ricordo ancora perfettamente, era una donna, il vigile. Le donne al comando sono peggiori degli uomini questo era il mio punto di vista.
Mi sono avvicinata e le ho spiegato il motivo del sosta vietata, e le ho chiesto se mi poteva togliere la multa.
Non mi ha neppure risposto ed ha continuato a scrivere senza neppure alzare lo sguardo.
Perchè non si può offendere un pubblico ufficiale senza incorrere in sanzioni altrimenti gliene avrei dette di tutti i colori. Gliele ho dette mentalmente tanto ero arrabbiata. Tutte contro le donne in specialmodo quelle con potere.
L'emotività mi è implosa facendomi scoppiare in un pianto a dirotto.
A seguito di quello che hai scritto sopra avrei dovuto scegliere, ho scelto di mettere la macchina in seconda fila per cui mi prendo la responsabilità del mio gesto. Avrei potuto scegliere di andare al lavoro in ritardo e prendermi la responsabilità di questa scelta. Invece non piacendomi nessuna delle due volevo poterla passare liscia perchè non era colpa mia, in effetti meglio di così non potevo fare però avrei dovuto accettare questa cosa, in quel caso quello che arrivava mi sarebbe aspettato. E avrei evitato di riversare tutte quelle cattiverie su chi faceva solo il suo dovere. (fatico a pensare bene dei vigili donne comuque ahahahah)
Insomma tutta una serie di ragionamenti che non avrei mai saputo fare allora.
Grazie
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