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Vecchio 08-01-2008, 21.39.21   #22
Astral
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Originalmente inviato da RedWitch Visualizza messaggio
Credo che oltre al "fare comodo", l'immaginarsi di essere stati chissà chi, chissà dove, chissà come, sia anche una sorta di protezione dalla paura che si prova. Non è facile pensare finchè si è attaccati alla propria persona che di tutto quel che siamo qui oggi, non rimarrà nulla , finchè non si sarà in grado di rinunciarvi a voglia.. credo che questo sia uno dei più grandi limiti che si possano avere in ogni tipo di Percorso.

E' più facile pensare che qualcosa di noi, di quello che siamo adesso sopravviverà, che in qualche modo possa rimanere in vita, che non tutto vada perso o dimenticato, ma se fosse così perchè ogni volta ci dimenticheremmo tutto quanto? e perchè proprio adesso dovremmo ricordarci?.. anche questa è importanza personale..

La cosa che accomuna le foglie di uno stesso ramo è "solo" il Ramo...

Quei barlumi di cui parlavi (come le esperienze di cui parlava Daf), se ci appaiono davanti a qualcosa serviranno, forse a risolvere qualcosa che non sarebbe possibile con le sole nostre memorie perchè facenti parte del bagaglio psico-fisico che ci portiamo dalla nascita, frutto di esperienze non nostre..
Nel cattolicesimo si parla dell'immortalità dell'anima, di una vita dell'aldilà, quindi forse qualcosa rimane eccome.
Nelle religioni orientali si parla di reincarnazione ma qui dovrei documentarmi meglio, non è la mia cultura.

Ci dimentichiamo tutto? Ne sei proprio sicura?

Sei sicura che una madre che sa sorprendentemente fare il suo dovere, e non glielo ha insegnato nessuno, è nata propria cosi.

Il fatto di dimenticarsi tutto poi è naturale della dimensione densa.

E' come un atleta che è agilissimo, e fa le acrobazie, ma non importa quanta agilità acquisterà con le esperienze se ogni volta dovrà indossare un'armatura a piastre da 80 kg, sarà sempre lento e pesante.

Poi concordo con te che c'è gente che pensa che nella vita precedente era il papa, la principessa, la sacerdotessa, un don giovanni, una strega ( chissà perchè nessuno pensa che poteva essere anche un contadino o uno straccione schiavo), e qui si è vero c'è molto romanticismo.

Il grosso limite è la speranza di una reincarnazione, oppure la speranza del paradiso che può essere alla base di ogni fede e percorso, ma ciò non toglie che sia veramente così.

la sopravvivenza di noi dopo la morte, è uno dei punti cardine di ogni religione, e non ci si può arrivare con lo studio o a livello razionale, o lo si sente profondamente con fede, o altrimenti la mente non trovando spiegazione, dice che non esiste, c'è il nulla, l'oblio.

Bisogna vedere che visione si ha del divino: se abbiamo la visione di un Dio d'amore, oppure di un Dio che evolve in base ai propri scopi, incurante dei suoi strumenti ( ovvero noi), e qui il dibattito si accende.

E' un argomento veramente controverso, ma che ci illumina su quello che crediamo veramente.

D'altronde una persona obbiettiva perchè dovrebbe scegliere una verità che gli piace e gli fa comodo se non può provarla?

E perchè deve scegliere una inquietante o scomoda se non può provarla?

Tanto vale nel dubbio al 50% scegliere la prima no?
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