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Sogno di essere in una strada solitaria di campagna con scarsa vegetazione come è in estate. Sono a piedi, nella casa che ho lasciato erano nati quattro caprettini e ora me li vedo sul sentiero che mi seguono. Sono tenerissimi, allungo la mano per accarezzare i loro visi, li porto con me fino alla prossiama meta che ospiterà una festa tra amici. E' la casa dei genitori del direttore d'orchestra , c'è anche lui, e i caprettini sono suoi. Arrivata sul posto li coccolo tanto, non me ne posso staccare, ne loro da me. Man mano sono diventati piccoli, come pulcini gonfi perchè fanno le fusa, e stanno in punta di zampette per il piacere provato a quel delicato contatto della mia mano, e il più piccolo sta addirittura in un palmo.
Il maestro è simpatico come al solito, ma scontante e a tratti insofferente, aspetti che lo caratterizzano; pare che ci si debba fidanzare, ma è difficile trovare un approccio. Lui è più anziano di me, con la pancia, e anche senza forme, ma sento che mi può piacere, è un bravo musicista e di temperamento intrigante e ha un bel viso, di uomo che è stato bello ma che si poi lasciato andare. Mi chiedo se non sia troppo vecchio e malandato anzitempo per i suoi cinquantacinque anni o poco più, potrebbe morire presto e lasciarmi da sola e triste. Chiude le bestioline in una stanza , sul letto al buio dietro una tenda, per farli stare tranquilli, ma io posso entrare e vederli se voglio. L'avvicinamento scopo fidanzamento non è facile, lui è distratto dai parenti e dai suoi fogli musicali, va e viene indaffarato. Poi mi mostra qualcosa, sembra un modo per starmi vicino, e in effetti raggiungo lo scopo di capire che gli interesso. Lui sapeva già e apprezzava che avessi avuto simpatia e cura per i suoi cuccioli, ma è una conquista tutta da fare e non mi aiuterà.
Di incredibile bellezza e tenerezza quei caprettini e i loro visi dallo sguardo innamorato e fiducioso che chiedono protezione poiché tolti alla madre. A toccarli sembravano essere di seta, e mi sarei persa per tutta la vita badando a loro.