Discussione: Tibet e Cina
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Vecchio 05-05-2008, 00.43.04   #8
Grey Owl
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Predefinito Un pò di storia

Per capire la crisi tra il Tibet e la cina sono andato a leggere la storia di questo popolo.

Nel IX secolo d.C., l'Impero tibetano iniziò il suo declino in modo rapido. Esso si frantumò in piccoli principati ed un periodo oscuro iniziò per il Tibet. Durante questa fase i contatti fra il Tibet e i paesi confinanti (Cina compresa) divennero minimi. In questo periodo iniziarono i pellegrinaggi dei buddisti cinesi in Tibet ed in India. Gengis Kan (buddista egli stesso) iniziò le campagne militari contro la cina ed il Tibet a partire dal 1206 così che il Tibet venne annesso all'impero mongolo come stato vassallo.

Questo è il periodo in cui Tibet e cina si trovano sotto lo stesso sistema politico, assoggettati al governo dei Mongoli. I tibetani furono in grado di liberarsi dai Mongoli solo nel 1358, mentre i cinesi fecero lo stesso dopo una decina di anni, nel 1368 (sotto la dinastia Ming). A seguito di questa annessione, l'attuale repubblica popolare cinese rivendica il territorio tibetano come parte della cina. Seguì un interregno nel quale dominarono dinastie secolari. In realtà l'affrancamento dei tibetani dai Mongoli fu soltanto formale, in quanto un'alleanza si sostituì al vassallaggio: in campo spirituale, i Karmpa introdussero il dogma della reincarnazione nella scelta del supremo capo spirituale, ancor oggi praticata.
La situazione interna al Tibet era assai fluida ed instabile ed i Mongoli tornarono ad invadere il Tibet all'inizio del XVI secolo restituendo il potere alla massima autorità religiosa, il Dalai Lama (Oceano di Saggezza" diverse volte. Fu dunque grazie ai Mongoli che nuovamente s'impose il lamaismo in Tibet, tanto che la medesima figura era a capo di una sorta di Stato teocratico, figura che riuniva il potere temporale e spirituale in un unico individuo chiamato "Dalai Lama", allora già alla quinta incarnazione (il Dalai Lama è considerato un’emanazione di Avalokitesvara, la divinità della compassione universale che protegge il Tibet). Dopo un susseguirsi di Dalai Lama spiritualmente capaci, ma temporalmente del tutto incompetenti, il Paese si trovò praticamente, assieme al declino della potenza mongola sua protettrice, in balia del limitrofo colosso cinese.

All'inizio del XVIII secolo la cina ottenne il diritto di avere un commissario residente (amban) a Lhasa. Nel 1720 i Manciù che dominavano la Cina si intromisero nelle questioni tibetane inviando truppe per scortare il giovane settimo Dalai Lama, nato nel Tibet orientale a Lhasa. Quando le truppe manciù abbandonarono Lhasa, lasciarono indietro un residente (o amban) ufficialmente per rimanere a disposizione del Dalai Lama, ma in effetti per proteggere i loro propri interessi. Questo fu l'inizio della interferenza Manciù negli affari tibetani.
Quando i tibetani si ribellarono contro i cinesi nel 1750 e uccisero l'amban, l'esercito cinese entrò nel paese e nominò un successore del funzionario ucciso. Il Tibet era divenuto uno stato cuscinetto nella morsa dei Cinesi a settentrione e dei britannici a meridione.

Nel 1856 un trattato stabilì i confini tra Tibet e Nepal e l'accordo fu stipulato dai cinesi per il Tibet e dai britannici per il Nepal.
Nel 1898 la Gran Bretagna intervenne militarmente una prima volta in Tibet. Nel 1904 la Gran Bretagna spedì forze militari indiane per sanare una controversia confinaria, che di fatto significò l'occupazione militare del Tibet, anche a seguito dell'interesse per il Tibet manifestato dallo Zar di Russia. In risposta a questa operazione militare il ministro degli esteri cinese affermò per la prima volta in modo esplicito che era la cina ad avere sovranità sui territori tibetani.

Nel 1907 infine la Gran Bretagna e la Russia si accordarono perché, in conformità con la dipendenza del Tibet dalla Cina, tutti gli eventuali negoziati con il primo fossero effettuati tramite la seconda; decisero anche che entrambi non avrebbero minacciato l'integrità territoriale del Tibet e non avrebbero mandato i loro rappresentanti nella nazione.
La prima guerra mondiale e la guerra civile cinese causarono un impoverimento della cina ed i cinesi accantonarono provvisoriamente il loro interesse sul Tibet. Per un trentennio il Tibet si mantenne equidistante da tutte le potenze, tanto da permettere ad una spedizione pseudoscientifica del terzo reich (1938) di cercare il fantomatico regno di Shambhala (o Xambala), un regno sotterraneo centroasiatico la cui ipotetica capitale Agharti sarebbe stata governata da saggi rappresentanti della razza ariana.

Nel 1950 i comunisti cinesi entrarono in Tibet al grido:"Liberiamo il Tibet dagl'imperialisti".
Questa immensa regione di montagne e altipiani ha sempre attirato gli appetiti dei vicini per la sua posizione strategica fra cina e India, perché controlla riserve d'acqua vitali per tutto il continente (lo Yangze, il fiume giallo, il Mekong, l'Indo, il Brahmaputra nascono qui), e giacimenti di minerali preziosi dall'oro all'uranio.
Le mire coloniali della cina sul Tibet sono una costante nella storia.
La vittoria di Mao Tse-Tung, nel 1949, e la proclamazione della repubblica popolare cinese il 1° ottobre di quell'anno, fecero tornare alla ribalta la questione dei territori separati dalla madrepatria.

Già il 1º Gennaio 1950 Radio Pechino annunciò per il Tibet l'imminente "liberazione dal giogo dell'imperialismo britannico" (la limitata influenza britannica in realtà era finita con la seconda guerra mondiale e l'indipendenza dell'India, nel 1947).
La guerra di Corea, scoppiata all'alba di domenica 25 Giugno 1950, e l'intervento americano a sostegno della Corea del Sud attaccata dalla comunista Corea del Nord dettero alla Cina l'occasione sperata per occupare il Tibet. Il 7 ottobre 1950, quarantamila soldati dell'esercito di liberazione popolare dilagarono in tutto il Tibet occidentale, uccidendo ottomila dei suoi soldati e senza praticamente incontrare resistenze di sorta. L'Europa trattò l'invasione come una questione interna cinese e l'America già duramente impegnata contro le truppe cinesi (i cinesi accorsero in aiuto alla Corea del Nord appena due settimane dopo aver invaso il Tibet, il 19 Ottobre 1950) a difendere la Corea, non osò sfidare Mao. Ancor oggi, praticamente tutti i paesi del mondo riconoscono il Tibet come una provincia della cina e non come un'entità autonoma, l'unico Paese che sollevò la questione fu il Salvador.

Il 17 novembre 1950 il XIV Dalai Lama Tenzin Gyatso (l'attuale Dalai Lama in esilio) assunse i pieni poteri spirituali e temporali come Capo dello Stato, nonostante avesse appena compiuto il sedicesimo anno.
A lui la dirigenza comunista cinese impose un accordo eufemisticamente noto come "Trattato di liberazione pacifica" in 17 punti. Il Dalai Lama fu costretto a firmarlo sotto la pressione militare cinese, in quanto 40 mila soldati cinesi minacciavano di occupare Lhasa militarmente e di deporlo.

Fu così che il 23 maggio 1951una delegazione tibetana, che era andata a Pechino per discutere dell' invasione, fu obbligata a firmare il cosiddetto "Accordo dei 17 punti" sulle misure per una pacifica liberazione del Tibet, sotto minaccia di un aumento delle azioni militari nel paese. In seguito la cina usò questo documento per attuare il suo piano di trasformare il Tibet in una colonia cinese senza tenere alcun conto della forte resistenza da parte del popolo tibetano.
Il Tibet doveva rinunciare, tra l'altro, ad una politica estera autonoma, a batter moneta, a stampare francobolli. Poiché alcune riforme del nuovo governo, tra le quali quella di una redistribuzione delle terre, sarebbero risultate impopolari, queste vennero proposte solo nelle regioni più periferiche del Khamorientale e nell'Amdo.

Già nel 1952 i cinesi vennero economicamente incentivati a trasferirsi in massa in Tibet dalle regioni limitrofe, tanto che oggigiorno i tibetani sono in minoranza in Tibet di fronte ai cinesi stessi.

(continua...)
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