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Vecchio 11-03-2009, 00.32.15   #5
Ray
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Originalmente inviato da dafne Visualizza messaggio
bastianizzo, posso?

A me l'idea per come l'hai messa è sembrata subito buona ma prima mentre ci pensavo (ogni tanto mi capita..) mi è capitato di chiedermi una cosa.
Parli della famiglia e del single che ancora una famiglia non ce l'ha.

Quello che vorrei chiederti, da buona menagrama che sono è come pensi ti comporteresti di fronte a una separazione? Perchè si, vogliamo sostenere la famiglia ma non cadere nell'errore che una famiglia deve restare tale ad ogni costo, può capitare che passati gli anni due non riescano più a vivere assieme, anche con la buona volontà...

Tornando alla tua idea tu come ti comporteresti?
Voglio dire, tieni a lavorare quello dei due che lavora e stop, ti preoccuperesti di garantire il precedente tenore di vita all'altro? (se si non sei utopico sei un mago ) offriresti un lavoro pure all'altro (ma in quel caso chi penserebbe ai figli?)

Spero che passi come sincera curiosità su un argomento che m'incuriosisce e non come polemica inutile.

Avevo ipotizzato nel post dall'altra parte (primo di qua) qualcosa del tipo che il lavoratore ha tot tempo per trovare un altro e metterlo sotto contratto. Se no è penalizzato. Tuttavia si potrebbe anche immaginare che se si rompe la famiglia si rompe il contratto. Questo porterebbe due pensarci bene prima di lasciarsi per un nonnulla. Da non sottovalutare anche la portata dello scopo comune... spesso può rivelarsi il collante necessario o il punto d'appoggio per uscire da una crisi di coppia.

Certo è che la coppia potrebbe scoppiare comunque. Posto che sarebbe in ogni caso più raro, va considerata. D'istinto ti direi che li licenzio entrambi... così non hanno niente da spartirsi e questo faciliterebbe le cose agli avvocati . D'altra parte io il contratto ce l'ho con la coppia, se la coppia non c'è più non c'è più neanche il contratto. Questo porterebbe l'azienda a sostenere in vari modi la coppia e il suo perdurare, ma probabilmente si vedrebbero anche delle storture, tipo interferenze eccessive o pressioni su uno dei due membri (magari quello a casa) perchè si adegui. E non sarebbe certo una cosa buona, anche se forse rappresenterebbe un problema minore di quello attuale. Problema che forse diverrebbe sociale e quindi all'attenzione della collettività... dalla quale potrebbe anche emergere una soluzione, chissà.

Però però... una volta avvenuta la separazione e risolto quindi il contratto, sia uno che l'altro potrebbero farsi vivi col nuovo partner e propormi un nuovo contratto familiare. Anche perchè non è detto che quello che funziona meglio sia quello che lavora... per assurdo potrebbe formarsi una categoria di "secondi" (come quelli dei pugili) molto abili a sostenere il lavoratore, e quindi molto ricercati. Potrebbero essere addirittura una garanzia. Se ci pensate, questo apre a nuovi tipi di rapporto, non necessariamente matrimoniale... anche se potrebbe snaturare tutto. Sto andando a ruota libera, quindi no necessariamente interpreto quello che vuole salvare l'idea. magari ragionando trovo altri difetti, ma se non esploriamo i vari sentieri non vediamo prima i problemi che sorgerebbero.

Comunque, in linea di principio, vedo la fine della coppia come una tragedia (quale essa è davvero sempre) che giocoforza avrebbe le sue ripercussioni sul lavoro. Questo allo stato attuale delle cose accade. Se un mio dipendente divorzia o si separa dal partner, passa un periodo nel quale non è che sia al massimo del suo rendimento. E adesso l'unica cosa che posso fare è sostenerlo in maniera molto indiretta, qualche chiacchierata al bar e poco altro.

Beh, dopo queste considerazioni in libertà, giro la domanda a tutti. Che fare (prima dopo e durante)?
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