Discussione: Il perdono
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Vecchio 30-03-2012, 15.05.00   #72
Cubo
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Originalmente inviato da Uno Visualizza messaggio
Non fare il furbo che Faltea ti ha preso in castagna.
semmai Dafne.

su Faltea, col permesso della corte, tento di riformulare, ad uso del collegio difensivo

ci sono due discorsi diversi.

nel primo post spiegavo come funziona il "mio" meccanismo di perdono.

"non mi interessa perdonare SEMPRE. non voglio essere schiavo del bisogno di perdonare. se io guardo l'altro e non arrivo a quel processo di immedesimazione, se io DAVVERO mi sento migliore di lui (in quell'aspetto, in quel comportamento che ha generato offesa) non forzo il perdono in modo automatico"

e posso provare a riscriverlo cosi':

per me il perdono dipende da quel che sento dentro, è una conseguenza, un "secondo passo". se quel che sento non mi attiva il meccanismo di immedesimazione, io non è che IN AUTOMATICO (= come abitudine, in ogni occasione) attivo i meccanismi che forzano il perdono in mancanza di immedesimazione.

onestamente se io spiego come funziono io non temo critica sul "senso" o "nonsenso", basta e avanza abbia senso per me. semmai si tratta di scarsa o insufficiente carenza espositiva da parte mia, quello si' (non uso la locuzione "non hai capito" verso un interlocutore da quando la maestra mi fece un mazzo tanto in terza elementare)

***

poi Faltea, come ha anche detto lei, ha fatto un discorso generale sulla forzatura

"non puoi forzare qualcosa che è automatico"

e io ho risposto in generale con l'esempio del respiro.
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"I shall tell you the truth as seen by a perfect cube.
It may not be the truth of your dimension, but it is mine."
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