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Vecchio 23-06-2009, 23.32.36   #1
dafne
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Predefinito furtarelli...dentro e fuori

Oggi ho assistito a un furto.
Ero in un negozio di abbigliamento per bambini e la commessa, che oramai conosco, mi avicina e mi chiede di non andarmene.

In negozio erano entrate due signore con tre bambini, sembravano zingare ma per essere sinceri erano vestite abbastanza bene, la signora bionda soprattutto, quella che ha iniziato a chiedere mille cose alla commessa.

Per farla breve, ho tenuto d'occhio l'altra donna e il ragazzino di dieci anni (sigh) che ad un certo punto con calma (dopo aver chiesto in italiano strascicato "che devo fare?" alla mora, che continuava a spostare capi di qua e di la) è uscito dal negozio con un paio di pantaloncini presi da uno scaffale (messi giù e presi su almeno una decina di volte..)

Non ho resistito e gli ho detto "dove vai?" ma il ragazzino mi ha risposto in modo molto sgarbato "perchè?"
Ho cercato di trattenerlo dicendogli che la mamma era dentro e indicando i pantaloncini ma il ragazzino e la signora bionda (che si era avvicinata) mi hanno detto che lo scontrino lo aveva la mamma.
Ho glissato dicendo che mi pareva se ne stesse andando da solo e sono tornata dentro ma sapevo che qualcosa non tornava.

Ho avuto paura, paura che lo scontrino ci fosse davvero e che mi avrebbero insultata e, lo ammetto ma lo vedo ora, paura che lo scontrino davvero non ci fosse e che scoppiasse il finimondo.

Alla fine le signore escono e la commessa (ma dove cavolo era?) riappare e le chiedo dei pantaloncini. Anche se la tentazione fortissima era di andarmene e basta.
Appurato il furto ho preso al volo la guardia che passeggiava e che ci ha messo dieci minuti per capire il mio italiano, povero, alla fine quando si è mosso l'intera famiglia si era eclissata.

E' da oggi che rimugino su sta cosa, sulla vigliaccheria profonda che mi ha impedito di chiedere alla commessa ad alta voce se lo scontrino c'era. Anche se qualche mese fà me ne sarei andata senza dire proprio nulla...piccola consolazione.

Rimugino anche sul pensiero infame che m'è venuto poi, e cioè che una commessa qualsiasi può imbucare dei vestiti e poi dichiarare il furto, o che non c'è alcun allarme sui cartellini quindi chiunque potrebbe servirsi.

Questo mi ha fatto malissimo, com'è che m'è venuto in mente? dov'è la mia onestà? Certe cose neanche dovrebbero venirmi in mente.
E qui ho cominciato a pensare a quella frase letta, sul fatto che sia più facile essere disonesti che onesti.
Ho sempre pensato che non fosse così, che una persona nasce onesta o disonesta (mi picchierei da sola) e che se è onesta deve faticare per forzarsi a commettere un reato.

Oggi comincio a pensare che delinquere, in genere, comporta ottenere cose con minor sforzo.
Sono ancora confusa su questo che sto per scrivere ma è come se occorresse,si, in taluni casi, uno sforzo necessario per infrangere un proprio tabù interiore sul "legale, onesto ecc" per, ad esempio, rubare. Frizione che se superata poi scompare, a beneficio di un certo minor sforzo nel raggiungimento dell'obbidettivo.
A quel punto lo sforzo per rimanere nella "retta via" è maggiore rispetto allo sforzo per cacciar giù gli eventuali sensi di colpa..finchè restano.

Quindi, penso, alla fine delinquere rappresenta la strada di minor sforzo. E in questo senso occorre una gran forza per essere "retti". Non una grazia dovuta alla nascita quindi ma uno sforzo consapevole.

Ci stà? C'è dell'altro che non riesco ancora a vedere ma ci penso si accettano eventuali indicazioni

Magari deraglio ma mi accorgo pensandoci che è come se nel tempo stessi decidendio di essere onesta invece di doverlo fare...non so se si capisce...
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