Discussione: Vendere l'Anima
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Vecchio 08-07-2008, 09.57.37   #13
Uno
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Oggi siamo abituati ad associare la parola vendere solo nel caso in cui diamo qualcosa in cambio di denaro, ancora usiamo modi di dire tipo : " ti sei svenduto, vali di più" però li usiamo solo metaforicamente. Invece la vendita è un contratto in cui si da un bene in cambio di un pagamento, che questo sia in denaro o in altri beni poco importa.

Ciò che Stella ha detto: "L'unico acquirente attendibile di un'anima è solo uno, il diavolo", è sostanzialmente corretto utilizzando termini di molte Tradizioni (il diavolo non è solo Cristiano e Cattolico) ma non va letto come arriva il tizio con le corna, gli zoccoli di capra etc etc...
In realtà data la nostra capacità ordinaria di volere che se non è pari a zero è molto vicina, pochissimi sarebbero in grado di concludere ed onorare una vendita in un'unica trance, la svendita normalmente può avvenire solo a pezzetti, come negli esempi che avete fatto.
In sostanza ciò che è un limite (la nostra incapacità di volere realmente) alla crescita è anche all'opposto un'ancora di salvezza nell'impedirci di andare a fondo di colpo.
Poi nel gioco dei corsi e ricorsi la faccenda si ribalta ancora, se andassimo a fondo di colpo ci renderemmo conto per forza della differenza, ammesso di averne la forza potremmo tornare su, in una lenta diluizione del nostro Io (o quel poco che abbiamo) non ci accorgiamo se non stiamo più che attenti.

C'è differenza si tra vendere e mettere l'anima, però bisogna comunque distinguere casi e casi e stare attenti a non farsi fregare.In estrema sintesi per mettere l'anima in una cosa con risultato evolutivo positivo bisogna tenere sempre un certo distacco (oltre che metaforicamente rende anche visivamente il concetto).
Se io metto l'anima nella cucina, nel diventare un cuoco provetto è cosa buona, ma se mi strafogo fino alla nausea ogni piatto che cucino valutate voi..... vengo posseduto, mi attacco all'oggetto, non sto più io decidendo di metterci l'anima, mi viene risucchiata.
Se io (quell'io che quindi è nucleo "prima" dell'anima) mantengo un certo distacco ecco che riesco a concludere positivamente l'esperienza.
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