Discussione: Ancorarsi alla realtà
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Vecchio 10-08-2010, 11.43.59   #14
webetina
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Quando ero adolescente e mia madre non mi parlava per settimane, e non riuscivo più ad emergere, immaginavo di morire e che lei così soffrisse e si sentisse in colpa. Immaginavo il suo disperarsi, e ripetevo la scena tante e tante volte. Oppure nutrivo fantasie come il progetto di avere una grande tenuta in America, con tutti i contadini(tipo negri) che erano alle mie dipendenze, che io guidavo con abilità, riuscendo a creare delle immense coltivazioni modello, con intere pianure e anche colline verdeggianti, o con filari perfettamente in linea e curati, che avrebbero dato dei felici raccolti. Realizzavo tante cose insieme, il desiderio di essere unica, e nello stesso tempo l'ideale della donna capace, rispettata, pur senza dovere esercitare forza e tirannia.
Poi passava di lì un uomo, buono intelligente e disposto ad aiutarmi e un giorno a sposarmi assumendo però il ruolo del compagno della reggente.
Oggi quando ho una qualche difficoltà, per esempio nel lavoro, subito ho bisogno di pensare a tutta una serie di iniziative che potrei intraprendere, vivendole nei particolari, e con tutte le varianti possibili e realistiche. Ciò mi placa subito e mi impedisce di perdere la calma; poi realizzo solo una parte di ciò che ho pensato, ma il momento è superato. Per il resto in effetti non ho più fantasie, ma idee, e tante, che sostengono il mio entusiasmo, che nella routine tende a calare. Ma che differenza c'è tra fantasie e idee? forse le ultime sono sempre legate al reale.

Ultima modifica di webetina : 10-08-2010 alle ore 12.19.09.
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