Discussione: I personaggi
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Vecchio 16-01-2005, 02.30.10   #1
Shanti
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Ogni essere umano contiene in se stesso una serie di personaggi che si rappresentano indipendentemente dalla coscienza della persona. Ogni personaggio è stato assimilato tra gli zero e i tre anni. Eric Berne, uno psicanalista americano morto nel 1970, ha chiamato questo processo “Analisi Transazionale” ed ha analizzato tre personaggi principali, che sono:

il bambino
il genitore
l’adulto

Tra gli zero e i tre anni nella memoria del bambino vengono registrate tutte le informazioni udite, viste e vissute. Durante questi primi tre anni di vita il bambino ha solo richieste e pretende che queste vengano esaudite subito . Tra le caratteristiche positive del bambino ci sono la creatività, la fantasia, la curiosità, la sperimentazione, l’esplorazione ecc. Non smette mai di registrare fino ai tre anni e poi inizia ad usare in modo buffo la figura del genitore quando inizia la vita sociale. Userà espressioni verbali, mimica , comportamenti che avrà visto, udito e vissuto, imitando l’adulto.

Sempre tra gli zero e i tre anni ha registrato altre informazioni, le ha assorbite senza critica, senza censura e senza poter usare la ragione e la logica perché essendo così piccolo non ha la capacità di esprimersi. Quindi tutte queste informazioni si manifesteranno più avanti attraverso un altro personaggio: quello del genitore che contiene tutti i conflitti a cui ha assistito, le contraddizioni tra le verbalizzazioni e i comportamenti degli adulti. Questo personaggio ha raccolto tutte le regole , le leggi e le ammonizioni a cui il bambino è stato sottoposto o ha osservato nel comportamento degli adulti.
Quindi tutti noi usiamo il personaggio del genitore manifestandolo con regole e imposizioni, ricatti e stimoli al senso di colpa, attraverso punizioni e vendette . E la verbalizzazione diventa saccente .
In effetti io ci ho fatto caso: se qualcuno mi dice qualcosa e interpreto male magari il tono, rispondo per le rime . E quindi visto che io bambina mi sento aggredita uso il genitore per difendermi. . Questo perchè il bambino non può difendersi, ricordiamocelo.

E l’adulto invece? Si forma intorno ai dieci mesi, quando il bambino è in grado di compiere autonomamente movimenti e manipolazioni degli oggetti, si può muovere a quattro zampe per andare dove vuole. Inizia ad avere coscienza di sè e a realizzare i pensieri. Comincia a trasformare gli stimoli in informazioni, le elabora e le immagazzina in base alle esperienze precedenti. Crea differenza dal genitore cessando di giudicare in modo imitativo e di imporre concetti presi da altri. Crea differenza dal bambino cessando di reagire in modo brusco. Insomma l’adulto è come un PC che contiene un programma attraverso cui raccoglie dati e li ordina secondo la propria coscienza. Per esempio distingue tra la vita come gli è stata insegnata e la vita come lui l’ha sperimentata. Questo fatto gli crea responsabilità nel fare le scelte e nel prendere le decisioni.
Questo personaggio dell’adulto si può definire “maturo” quando gestisce in modo equilibrato tutte le figure presenti.
Faccio un esempio: vedo una splendida Ferrari e sento l’impulso di comprarla anche se non me la posso permettere. L’adulto che c’è in me considererebbe quel desiderio come quello del bambino che vuole a tutti i costi il giocattolo nuovo , ma la coscienza della maturità mi indurrà a due possibilità: o mi compro una scassata 600 che è l’unica macchina che le mie finanze mi permettono, oppure dico “no” esattamente come i miei genitori avrebbero fatto in certe situazioni nella mia infanzia.
Altro esempio: mi sento domandare da mio marito in modo brusco “Dove accidenti hai messo il ritratto di mia madre?” . Potrei cogliere in quell ”accidenti” un rimprovero del genitore che c’è in lui e potrei cadere nell’errore di rispondere facendo emergere il bambino (scusandomi ) o facendo emergere il genitore spaccandogli il ritratto di mia suocera sulla testa . Invece decido di fare la persona matura e tirando fuori l’adulto rispondo semplicemente: “In cantina, tesoro!” angel4.gif

Osservandoci durante le interazioni che quotidianamente abbiamo con gli altri potremmo identificare con maggior facilità i momenti in cui abbiamo un comportamento pilotato dal bambino o dal genitore. Nello stesso tempo possiamo identificare nel comportamento degli altri quale figura viene rappresentata e comportarci di conseguenza. Se per esempio ci si trova di fronte al bambino non è necessario evidenziare questo fatto magari dicendogli: “sei infantile e presuntuoso” , (usando a nostra volta il genitore), ma sarà opportuno prima di tutto soddisfare il suo bisogno di approvazione e quindi invitare la persona a un’interazione più adulta e matura.

Con questa osservazione di noi stessi scopriamo con facilità quale personaggio ha maggior presenza e quindi in che modo usiamo l’energia. Questo ci potrebbe permettere di arrivare a un cambiamento determinato dalla volontà di assumerci la responsabilità della nostra vita senza più accusare persone del passato. Ma un altro motivo per effettuare un cambiamento può anche essere quello di avere scoperto che si può vivere meglio!
Shanti non è connesso