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Vecchio 17-12-2006, 04.08.02   #4
griselda
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Predefinito Chi è buonista e chi è buono?

Racconto un episodio accaduto un po di tempo fa.
Alla scuola elementare arrivò un bambino con dei problemi di trascuratezza famigliare e gravi disturbi comportamentali. La prima cosa che il paese fece fu quella di evitare questa famiglia e relativo bambino. La paura che i loro figli si “contaminassero” invitandolo a giocare coi loro creò la situazione del mostro da scansare.
I genitori di questo bambino erano persone con grosse lacune e troppi figli.
Lui il piccolino era il l’ultimo di quattro. Non mancava il denaro in quella famiglia ma il cuore e la testa, c’era solo l’istinto. Quando si aprì la stagione calcistica i genitori che poco si interessavano di questo piccolo esserino, pensate che si scordavano persino di andare a prenderlo all’uscita da scuola,(aveva sette anni) meno che mai avrebbero speso dei soldi per iscriverlo al calcio. Ma a lui piaceva molto tirare calci al pallone, (era anche bravo) si presentava tutti i giorni ad allenarsi. L’allenatore lo fece allenare gratuitamente sino a che i ben pensanti del paese si risentirono…perché loro pagavano la retta e lui no. L’allenatore chiese il perché di queste lamentele e quando gli venne detto che i genitori avevano le possibilità economiche ( contrariamente a ciò che aveva pensato vedendo la trascuratezza del bambino) decise di non farlo più giocare. Il bambino si presentava ogni volta ma rimaneva sugli spalti perché non gli era più concesso allenarsi insieme ai paganti.
Non vedendolo entrare più in campo ma sempre presente un genitore gli si avvicinò per domandargli il motivo…egli spiegò a modo suo… quel genitore entrò in campo come un fulmine andò verso l’allenatore e gli disse che avrebbe pagato la quota per quel ragazzino innocente, ma l’allenatore rispose che non si poteva fare, era necessario il certificato, l’altro replicò che ci avrebbe pensato lui avrebbe portato dal medico il bambino dopo aver parlato con i genitori…ma l’allenatore rispose di no.
Appena rientrò a casa prese in mano il telefono e chiamò tutte le mamme dei compagni si scuola del bimbo perché si mobilitassero insieme a lui…ma tutti gli dissero che era lui a sbagliare che non capiva che quelle persone ci viaggiano con il pietismo…che ottenevamo sempre senza mai dare nulla.
Al che rispose che non voleva aiutare la famiglia ma soccorrere un’anima che in quel caos non avrebbe potuto avere altro di ciò che vedeva in famiglia e ripeterlo a sua volta, quando e se, fosse diventato adulto. Disse:”Noi “famiglie per bene” che abbiamo qualcosa in più da dare se non interveniamo, ci comportiamo come loro! Chiudiamo la nostra casa ma soprattutto il nostro cuore a quel piccolo.”
Gli risposero che non erano d’accordo che sbagliava e nessuno mosse un dito.
Cercò allora di far comprendere che i disagi che i ragazzi oggi vivono si ripercuotono sulla società di domani. Ma nessuno senti le sue grida e nessuno fece nulla. Le campane suonavano e la gente del paese si dirigeva ad assistere alla Messa serale. Disse loro che erano degli ipocriti dei sepolcri imbiancati e così si inimicò il paese.
Dopo qualche tempo quella famiglia si trasferì e se ne persero le tracce. Le persone che si erano rifiutate di aiutare quel bambino hanno tutti aderito ad una associazione di adozioni a distanza che li fa sentire buoni e bravi senza sporcarsi le mani.
Ricordo invece altri tempi, dove in una situazione del genere una persona caritatevole si aggiungeva come supporto alle difficoltà della famiglia disagiata dando sostegno ai bambini cercando di colmare le eventuali lacune. Di solito era una vecchietta sola ed i bambini in cortile giocavano tutti insieme senza discriminazioni.
Ora hanno creato l’asettica figura dell’assistente sociale… e tutto “va bene” basta non venir coinvolti…
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