Discussione: Tolleranza reciproca
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Vecchio 24-06-2007, 22.01.08   #18
jezebelius
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Originalmente inviato da moonA Visualizza messaggio
Dato che non penseremo mai nello stesso modo e vedremo la verità per frammenti e da diversi angoli di visuale, la regola della nostra condotta è la tolleranza reciproca. La coscienza non è la stessa per tutti. Quindi, mentre essa rappresenta una buona guida per la condotta individuale, I'imposizione di questa condotta a tutti sarebbe un'insopportaibile interferenza nella libertà di coscienza di ognuno (Mohandas Karamchand Gandhi)
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Originalmente inviato da moonA Visualizza messaggio
Ovviamente il mio discorso era generico come il tuo esempio ...ma non è il caso di inoltrarsi nel discorso(sarebbe OT).

Non so se ho capito bene il tuo discorso della sfera che limita....Praticamente hai detto che chi ha idee differenti non dovrebbe stare a stretto contatto per non correre il rischio che lo sfregarsi/toccarsi protratto nel tempo provochi reazioni di intolleranza?
Secondo me non ci dovrebbero essere limiti...dal momento che si creano si ha una chiusura verso le idee altrui, quindi il fatto di porre dei limiti non so quanto possa essere costruttivo!
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Originalmente inviato da moonA Visualizza messaggio
Io toglierei il "viceversa"..perchè gli islamici non tollerano i cristiani...come dice l'aforisma, la tolleranza deve essere reciproca..
Ah...a me pareva che l'avessi posta come " condizione " ossia come dato di fatto.
Nel senso: poichè l'aforisma( ma il pensiero in generale) dice che deve essere reciproca la tolleranza, non si può dire, quindi evidenziare tale caratteristica negli islamici che non lo sono con ( e anche come ) i cristiani... ..
..della serie non lo fanno loro..perchè dovremmo farlo noi...!

Comunque ad ogni modo si può partire anche da li, cercando di analizzare quelle che sono le intolleranze.

Cerco di sviscerare l'esempio che ho fatto, quello delle sfere, con la pretesa di riuscire a veicolare ciò che voglio dire..

La sfera in questo caso ha la capacità di aumetare il proprio volume. Potremmo definirla come la coscienza che non è uguale per tutti.
E' vero si tratta di pensieri, nell'aforisma, ma da li a passare all'azione ci vuole poco, soprattutto partendo dal fatto, dandolo per certo, che la coscienza ha assorbito qualcosa e dunque l'azione che ne deriva è frutto di ciò che si è assorbito.
Per cui potremmo estensivamente dire che, l'aforisma, si occupa anche delle azioni delle persone come conseguenza del pensiero in quanto atto.
Si nota che si parte da un presupposto e cioè " la diversità di pensiero" e quindi la diversità delle azioni.
Le mie son più belle di quelle degli altri ad esempio e sono anche più giuste ( ma giusto rispetto a cosa poi? ).

Ora poniamo due sfere A e B che occuoano ognuna uno spazio.
Mettiamo che queste, col passare del tempo, ne cercheranno uno più esteso rispetto alla limitatezza del precedente.
Col passare del tempo,la sfera A, proprio perchè aumenta il volume, tenderà quindi ad occupare anche lo spazio della B e questa cercherà di fare altrettanto opponendo il suo aumento di volume a quella.
Ora cosa è la tolleranza? E' la possibilità, da parte sia della sfera A e sia della B di rimanere ognuna nel posto che ad ognuna è stato assegnato a prescindere dall'aumento di volume, facendo esattamente ciò che aveno fatto fino a quel momento.

Se invece la sfera A " forza" col suo volume la B inevitabilmente questa ci si troverà immersa fino ad esserne assorbita totalmente,( o al contrario ).
Insomma come le bolle di sapone: quelle che rimangono attaccate, ma non si uniscono, si tollerano anche se quello è il caso limite, precedente all'unificazione delle due; poi vi saranno bolle che scoppiano a contatto con altre poichè " più deboli" ed altre che saranno integre.
L'intolleranza quindi è l'invasione di un pensiero, atto, azione nella sfera altrui, in quanto si presume che il pensiero altrui sia meno importante rispetto al proprio.
Ma questo lo vediamo anche tutti giorni dappertutto no?
Sono sicuro che potrei fare di meglio...però...
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Dr. Marc Haven
“Non deve essere l’alba di luce che deve iniziare ad avvisare la tua anima di tali doveri giornalieri e dell’ora in cui gli incensi devono bruciare sui fornelli; è la tua voce, solo lei che deve chiamare l’alba di luce e farla brillare sulla tua opera, alfine che tu possa dall’alto di questo Oriente, riversarla sulle nazioni addormentate nella loro inattività e sradicarle dalle tenebre in cui versano.”
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