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Vecchio 30-08-2008, 03.41.25   #21
jezebelius
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Originalmente inviato da Uno Visualizza messaggio
Come tutte le grandi verità ha moltissime chiavi di lettura e ne avete tirato fuori più o meno il senso, ma il senso più profondo non è limitato al giorno nel senso di 24 ore o al ciclo veglia-sonno (di cui poi al limite sarebbe da prendere in considerazione il dormire mentre si cammina).
Anche se non ci pensiamo e lo facciamo in automatico (compreso il respirare) per vivere dobbiamo fare uno sforzo di volontà, incidenti o malanni ma se stringiamo viviamo finchè vogliamo, la stessa decadenza corporea inizia nel momento in cui ci convinciamo di aver già tutte le basi, in sostanza quando finiamo l'adolescenza (prima, ne sono la prova i conflitti generazionali) siamo ben fissati in questa realtà, siamo all'apice di questa esistenza e da li possiamo solo scendere. Poi si potrebbe discutere sulla velocità di questa discesa ed i motivi per cui è più o meno veloce, ma ora non il tema.
Spostiamo tutto ad una delle metafore che sono uscite e collegata verbalmente al titolo del thread: le partite di calcio.
Focalizziamo però sull'essere giocatori di calcio, oggi c'è una partita, dopo 90 minuti finisce, se io domani ne gioco un'altra sono ancora un giocatore, altrimenti al massimo sono un ex giocatore, non ho usato appositamente il futuro, non ho usato sarò perchè se domani non gioco già da adesso non sono più un giocatore, se domani giocherò adesso sono ancora un giocatore anche se vado a cena, esco con gli amici etc....
Questo è importante per capire il famoso qui e ora di cui molti parlano ma senza averne fatto serie meditazioni e/o riflessioni approfondite, il qui e ora e soprattutto ciò che sono è l'onda che cavalco tra "due" (più ma per comodità di pensiero diciamo due) eventi, la relazione tra questi mi rende qualcosa.
Nel discorso da cui proviene questa riflessione si parla di diventare "non fumatore", per essere non fumatore bisogna non aver fumato fin'ora, non star fumando ora ma anche non fumare fra 1 minuto, due ore, tre giorni, 6 mesi etc....
Tutto quello che posso essere ora è un mio essere qualcosa nel passato e nel futuro, altrimenti è un dominio dell'avere. Per esempio ora non fumo (per evidenziar meglio l'avere diciamo: non ho la sigaretta in mano, ma anche se non usiamo una voce del verbo avere siamo in tale dominio), ma potrei non essere un non fumatore.

Sembra banale messa così.... non lo è, è uno dei misteri della vita, ad iniziare dal primo respiro, è la semplificazione del concetto di volontà, se riuscite a vederlo.

Per vedere se ho capito qualcosa.

Posso riprendere quel che ho detto sul continuum spazio-tempo?
Il tutto, passato-presente e futuro, è collegato ed è funzione di ciò che faccio ora, comprendendo in questo anche l'intenzione di essere e di fare.
Tornando per un attimo all'esempio, il calcio, quindi sono giocatore se ho giocato e gioco la partita e sono giocatore domani se ne gioco un'altra.
Ma per giocare la partita domani devo essere giocatore ora - che deriva dall'esser giocatore ieri - ossia non essere un'altra cosa altrimenti sarò, per l'appunto,altro.
Tutto ciò lo vedo collegato sia all'intento e sia alla costanza.
Cioè per esser giocatore - e giocare le partite - devo coltivare l'intenzione di esserlo ed applicare a questo la costanza.
In ogni punto dello spazio-tempo, in ogni evento allora, vista la relazione che esiste tra due o più punti/eventi, con l'intento e la costanza io sono giocatore.
Su quella linea di applicazione - non so se può essere corretto definirla in questo modo - io sono giocatore, altrimenti, cambiando l'applicazione dei due parametri cambierò, modificherò ciò che sono.
Mi pare di capire che il respiro, pur essendo automatico come movimento, manifesti la volontà di " rimanere" per esperire.
Per certi versi anche il respiro potrebbe essere definito una partita da giocare.
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Dr. Marc Haven
“Non deve essere l’alba di luce che deve iniziare ad avvisare la tua anima di tali doveri giornalieri e dell’ora in cui gli incensi devono bruciare sui fornelli; è la tua voce, solo lei che deve chiamare l’alba di luce e farla brillare sulla tua opera, alfine che tu possa dall’alto di questo Oriente, riversarla sulle nazioni addormentate nella loro inattività e sradicarle dalle tenebre in cui versano.”
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