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Vecchio 11-05-2006, 14.25.48   #6
Ray
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Originalmente inviato da Ray
Anche il rito, così come la dottrina, ha un'origine "non umana" e due funzioni (una simbolica e l'altra sociale) riconducibili al "rappresentare in terra ciò che sta in cielo". La parola "rito" infatti si riferisce a "ciò che è conforme all'ordine" secondo l'accezione del sanscrito "rita". Infatti è appunto il rito il mezzo preposto a conservare quel elemento "non umano" cui si accennava prima. Se esso viene officiato "secondo la regola" resta comunque valido indipendentemente dal livello di degenerazione raggiunto da colui che officia. Questo perchè chi officia non è colui che compie ma il mezzo attraverso cui il rito viene compiuto. C'è da dire che ciò non significa che chiunque possa officiare il rito se così non è previsto dall'organizzazione iniziale di una religione. Nel caso del Cristianesimo infatti, per ottenere la qualificazione ad officiare i riti è necessario l'Ordine Sacro che "trasforma" l'individuo in un mezzo adatto al rito, indipendentemente dal suo livello di consapevolezza. Chi è divenuto in questo modo "adatto" rende un rito efficace, purchè eseguito nella forma prevista, qualunque sia la sua disposizione d'animo e la sua intenzione.
Per quanto riguarda la preghiera (prece = domanda, richiesta) essa è un rivolgersi direttamente, partendo dalla propria individualità, singola o collettiva nel caso di preghiere "di gruppo" ad un principio spirituale superiore, con un intenzione più o meno "materiale" a seconda del livello e del punto di vista di chi la esprime. E' comunque considerato un mezzo valido per "congiungersi" al divino
post 33 del tread "religioni" ultima pag. di esoterismo. Anche se era inserito in diverso contesto, qualche spunto potrebbe risultare utile a continuare il discorso.

In linea di massima il rito si può vedere come una ripetizione di un avvenimento occorso in illo tempore che ha lo scopo di riattualizzarlo, rendendolo quindi presente e vivo nell'adesso.
Il suo riferirsi all'Ordine delle cose (cosmos) tratto dal caos fa del rito un atto sacro. Dire rito e dire rito sacro è equivalente, non essendovi riti non sacri.

Quindi il rito religioso è una sottocategoria del rito magico, dove per magia si intende il senso tradizionale del termine... Scienza dei Magi... e non l'accezione comune attuale che ne stravolge il significato fino ad invertirlo.
Oggi, dicendo magia, la gente pensa o a una serie di pratiche ridicole e confuse, appannaggio di ciarlatani burloni o profittatori, che può risultare più o meno pericoloso per loro e per gli altri, oppure pensa ad un atteggiamento sentimentalistico della percezione (la magia di un incontro o di un tramonto)... anche se la seconda visione si allontana dall'originale meno della prima, la magia è tutt'altra cosa e credo che allo stato attuale delle cose ben pochi possono parlarne con cognizione di causa che vada al di la di un vago e confuso sentore.

Interessante il discorso sulla preghiera... pratica passibile di ascesi e sviluppo (ci dicono di pregare ma nessuno insegna a farlo) come qualcosa trapela da certe tradizioni più o meno esoteriche.
In ogni caso essa può fare parte di un rito o anche essere il rito stesso...
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