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Vecchio 30-12-2007, 01.02.46   #41
gibbi
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Ho chiesto a mia madre Gri ed effettivamente , quando lei era giovane , veniva usato un recipiente con un buco sul fondo e questo per poter recuperare l’acqua evitando in parte la fatica dei già tanti e tanti secchi d’acqua portati dal pozzo (di casa) e per le donne meno fortunate dalla fontana talvolta situata ben lontana dall’abitazione . Nell’acqua , fatta bollire , veniva sciolta la cenere ( di legna e ben setacciata ) , il tutto rimestato con un bastone fino ad ottenere un liquido grigiastro detto lisciva . Questo composto veniva riversato dapprima sugli indumenti bianchi e le lenzuola sistemati nel mastello di legno e coperti da telo di lino grezzo o di sacco che fungeva da filtro dato che la cenere non doveva venire a contatto con il bucato .
Il mastello , di solito forma troncoconica , aveva sulla base questo foro chiuso da un grosso tappo e appoggiava su un cavalletto di legno che lo teneva sollevato da terra quel tanto che bastava affinché , dopo alcune ore dalla colata ,si potesse togliere il tappo .
Tutta la lisciva fuoriuscita veniva raccolta e rimessa a bollire con l’aggiunta di nuova acqua e poi riversata sulla biancheria e questo per almeno 3 volte prima di lasciare il bucato in ammollo per la notte. Il mattino seguente si toglieva la lisciva dal mastello grande e la si rimetteva in uno più piccolo dove erano stati sistemanti i capi colorati….e alla faccia del riciclo, l’impasto di cenere e acqua rimasto nel telo-filtro veniva usato , unitamente a olio di gomito, per la pulizia della scale e dei pavimenti di pietra ……
EVVIVA LA LAVATRICE dico a mia madre che sorridendo mi racconta che quando acquistò la prima lavatrice a tamburo attrezzata con una centrifuga separata , in casa avvenne il finimondo …. la donna che l’aiutava non le parlò per settimane.
Quello strumento infatti le toglieva grosse fatiche ma anche molti momenti di “pubbliche relazioni” … fare il bucato richiedeva la compagnia di almeno un’ altra donna per la strizzatura: insieme prendevano ad esempio un lenzuolo per le due estremità e lo arrotolavano tenendo ciascuna un capo nel verso opposto all’ altra , facevano cioè il lavoro della centrifuga della lavatrice.
E poi c’era la fase del risciacquo che per i capi di bucato più grandi avveniva al lavatoio pubblico dove si faceva a turno in attesa che si liberasse il “proprio” posto vicino a quello dell’amica cui poter chiedere una mano per ri-strizzare i capi risciacquati e dove non era raro assistere a qualche goloso litigio . Luogo d’incontro per i pettegolezzi i racconti e le confidenze anche intime ...
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