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Vecchio 10-03-2011, 00.54.04   #72
Ray
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Predefinito Libro 1, cap. X

Accolgo l'invito di Daf e metto un altro capitolo.

Citazione:
Cap. X – Dell'astenersi dal parlare superfluo


Citazione:
1. Astieniti quanto puoi dall'agitarsi degli uomini. Infatti il trattare delle faccende secolari ostacola molto, anche se vi si attende con purezza d'intenti. poiché subito ci inquiniamo e veniamo catturati dalla vanità. Varie volte vorrei aver taciuto e non essermi trovato in mezzo agli uomini.
2. Ma perchè parliamo così frequentemente e cianciamo vicendevolmente se così raramente ritorniamo al silenzio senza alcuna lesione alla coscienza?(1)
Parliamo così frequentemente perchè attraverso le molte chiacchiere cerchiamo di consolarci vicendevolmente e speriamo di risanare l'animo(2) affaticato dai molti pensieri. E molto ci diletta parlare e pensare a proposito di quelle cose che preferiamo e desideriamo, o che sentiamo in contrasto. Ma ohimè!, spesso è vano e inutile. Poiché questa consolazione esteriore danneggia non poco l'interna e divina consolazione.
3. Perciò bisogna vigilare e pregare, affinchè il tempo non passi oziosamente. (E) se è lecito e necessario parlare (bisogna) parlare di cose edificanti. Il malvezzo e la trascuratezza del nostro progresso (spirituale) ci induce facilmente a tenere la bocca incustodita. Giova per altro non poco al perfezionamento spirituale il conversare devotamente di cose spirituali, massimamente con persone animate da pari spiritualità.


NOTE ALLA TRADUZIONE:
1 – Né la traduzione del Guasti né quella più attuale e in voga mi soddisfacevano, così ho tradotto io tutta la frase. Va notato che nel testo latino, il verbo che ho tradotto con cianciamo (vicendevolmente) è “fabulamur (invicem)” che suggerisce un significato appunto favolistico, di invenzione. Una traduzione più che accettabile sarebbe stata “ce la raccontiamo l'un l'laltro” e sono per altro convinto che sia proprio questo il senso che si voleva veicolare.
2- Entrambe le traduzioni in mio possesso riportano la parola “animo” e, mal volentieri, la metto anch'io. Tuttavia il termine latino è cor, che indica innanzitutto il cuore e solo in senso traslato l'animo e l'intelligenza, fatto questo dovuto all'antica credenza che i pensieri e l'intelligenza avessero sede nel cuore. Non entro in questa sede in considerazioni su questo tema, però sottolineo che se non si vuole usare il termine cuore perchè non vi si rilevano pensieri, non mi sembra si possa sostenere di rilevarli nell'animo.

Anche in questo ci sono molti spunti interessanti che, volendo, si possono approfondire. Ne suggerisco un paio che traducendo mi sono rimasti. Uno riguarda una parola... è quando dice che bisogna vigilare e pregare. Quel vigilare è un essere vigile, insomma viecola il senso di stare svegli, come dire che quando chiacchieriamo vuol dire che ci siamo addormentati.
L'altra cosa che mi ha colpito è la considerazione che l'autore fa sul fatto che ci dilettiamo di chiacchierare e fantasticare sulle cose che ci piacciono, che desideriamo o che ci stanno avverse. In effetti...

Ultima modifica di Ray : 10-03-2011 alle ore 01.01.09.
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