Discussione: Dormire
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Vecchio 03-10-2008, 15.07.43   #10
jezebelius
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Guardando l'etimo di " dormire" c'è anche un " mi dormo".
Probabilmente significa che è tendenzialmente qualcosa che faccio ( su di me e da me ) anche aiutato, spesso, dall'ambiente circostante.

Anche per me vale il fatto che spesso mi accorgo, solo dopo, che nell'attimo prima di un'azione, di un comportamento, stavo dormendo. La stessa cosa che diceva Red delle chiavi o anche Gris che parlava del colpo allo spigolo, Ho notato infatti che " quel colpo " mi sta dicendo: " svegliati, è ora! ".
Per questo, anche, penso al dolore che ne viene come una sorta di campanello. Il dolore, insomma, come antidoto al sonno, se così si può dire.
Dunque, nell'attimo dopo mi accorgo che prima, per l'appunto, non c'ero.

Credo che questo dormire sia fisiologico, talmente normale che il percorso inverso, ossia uscire dal sonno, risulta tanto complicato quanto è la voglia di staccarsene.
Prendendo come esempio cosa avviene al mattino, quando ( diciamo ) ci svegliamo, quel volere rimanere ancora a letto forse potrebbe dare qualche indicazione sullo stato di " veglia", ossia di quanta energia disponiamo per potere alzarci; di quanto bisogno - ancora - abbiamo che qualcuno venga a svegliarci.
Ho notato che in alcuni periodi è più difficile, più complicato alzarsi mentre il altri, pur essendo il letto una calamita, c'è quella forza almeno sufficiente a sollevarmi.

Per il resto, poiché è fisiologico sto sonno, antro nel quale è più facile stare che uscire, credo che sia particolarmente attuale. Nel senso che, è la normale condizione dell'uomo ma a questa si contrappone il fatto di cercare di creare una condizione diversa, quindi uscire dalla normalità ( in senso ampio, sicuramente ) che conosciamo come naturale.

Riprendendo quel che ha detto Kael, se le funzioni vitali sono al minimo allora significa che per potermi " alzare ", svegliare devo avere una energia particolarmente efficace che mi deve dare la possibilità, appunto, di fare una differenza - anche se per l'inizio non costante - tra un prima ed un dopo.
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Dr. Marc Haven
“Non deve essere l’alba di luce che deve iniziare ad avvisare la tua anima di tali doveri giornalieri e dell’ora in cui gli incensi devono bruciare sui fornelli; è la tua voce, solo lei che deve chiamare l’alba di luce e farla brillare sulla tua opera, alfine che tu possa dall’alto di questo Oriente, riversarla sulle nazioni addormentate nella loro inattività e sradicarle dalle tenebre in cui versano.”
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