Discussione: Il percorso di Natale
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Vecchio 06-01-2010, 16.15.08   #32
stella
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Il fascino misterioso della dodicesima notte, quella dell'Epifania, ultima del periodo natalizio, ha da sempre avvinto ed incantato le genti d'Europa assieme a quelle del Mediterraneo e del vicino Oriente e a questa notte è legato il folclore nelle sue tradizioni ed espressioni più remote.
Si dividono però queste in due distinti filoni: uno chiassoso, burlesco e saturnale basato su una baldoria che è già carnevalesca; l'altro ritualistico, ieratico, a mezzo fra il magico e il sacro che sa di antichissime liturgie e odora ancora di Avvento e di Natale.
I fuochi epifanici del Friuli, i "Pignarûi" o "Palavins" appartengono a questa seconda corrente, ma nella loro solenne semplicità risultano, a differenza di altre tradizioni natalizie dell'Europa centro-settentrionale, scevri "di diavoli goffi e di bizzarre streghe", fedeli ad una ritualità trimillenaria che fu indubbiamente, ed anche profondamente, celtica, ma le cui origini si perdono ben oltre la notte dei tempi, sicchè nella notte dell'Epifania, la campagna friulana sembra di nuovo un firmamento capovolto, come ai tempi dei Longobardi, dei primi Romani e di chi prima di loro abitò queste contrade. nella manifestazione dell'Epifania Friulana rivive la particolarissimo "liturgia del fuoco" con una lunga, e intensa vigilia.
Al tramonto, nella giornata del 5 gennaio i "Pignarulârs", gli uomini impegnati nell'allestimento delle cataste e delle pire, che si preoccuperanno anche dell'accensione dei falò sui monti, sui colli, nelle borgate, si troveranno sul palco della rievocazione storica per ricevere dal "Vecchio venerando" il fuoco per l'accensione del "Pignarûl" epifanico, a ricordare che, anticamente, nella serata del 5 gennaio, dopo la benedizione dell'acqua santa, i ragazzi attingevano al braciere sulla porta della chiesa, la fiamma del fuoco benedetto ed accompagnavano il "Vecchio" della borgata a dar fuoco al "proprio" Palavin. I "Pignarulârs" in folto corteo illuminano le strade con la loro festosa fiaccolata a richiamare gli antichi cortei che dalle chiese si muovevano verso le cataste dei borghi e dei cortili, pronte per i falò - in Friuli ed in Carnia dopo l'acqua santa dell'Epifania. La fiaccolata si conclude con la spettacolare corsa dei carri infuocati dove i rappresentanti delle varie borgate si cimentano nella conquista del "Palio dei Pignarulârs".
L'impegnativa e variopinta giostra precede l'accensione del "Pignarûl" del pomeriggio dell'Epifania. Allora, sul far della sera del 6 gennaio, avvincendo la folla fin dal primo apparire, il corteo storico, ricco e fastoso, lo trascinerà dietro di via in via, di piazza in piazza a ricordare antiche Epifanie medievali.
Il Vecchio Venerando, figura simbolica di nonno e di narratore, stimolato dalla presenza dei bambini che lo circondano, riprende a raccontare un fatto storico, quello di una solenne investitura feudale da parte del reverendissimo patriarca di Aquileia.
La cerimonia ebbe luogo effettivamente verso l'anno 1290. Sul finire del racconto il Vecchio Venerando chiude il "Libro della storia" e richiama alla memoria dei presenti la tradizione cristiana dei tre Magi d'oriente.
Riassumerà allora il Vecchio la sua antica funzione sacerdotale di capo borgo, molto simile a quella del capo famiglia ebreo nella celebrazione della Pasqua e nel ricordo dell'Esodo; inviterà tutti a seguirlo lungo l'erta di Coja - fiaccole alla mano - per rinnovare gli antichi riti. Lassù, presso i ruderi del vecchio maniero, da dove l'occhio può allargare fino al mare, accenderà il grande falò, il "Pignarûl Grant", sacerdote druidico d'un fuoco propiziatorio e, mentre festanti fanciulle e giovanotti e uomini e donne lanceranno i loro sguardi verso la vampa, il Vegliardo si farà augurare a profetare dal fumo l'andamento della nuova annata:"Se 'l fum al và a sorêli jevât cjape 'l sac e vâ a marcjât". (Se il fumo volge a oriente al mercato col sacco andrai continuamente), ma "Se 'l fum al và a sorêli a mont cjape 'l sac e vâ a pal mont". (Se il fumo piega al tramonto emigra col tuo sacco per le vie del mondo).

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