Discussione: Alghe di palude
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Vecchio 02-08-2010, 15.21.33   #2
diamantea
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La visione della latte mi fa ridere, mi sembra ridicolo buttare i pomodori in conserva, sarebbe meglio freschi

Credo stia mischiando il mio debutto di domani di Sicilia ferita con la paura del fiasco per via dei pomodori

Quello su cui ho riflettuto è che nel sogno la madre vuol uccidere la creatività della figlia con un finto nutrimento/affetto
che proviene dalla palude, un posto torbido come potrebbero essere i suoi sentimenti nei miei confronti, nel senso di poca chiarezza di sè.

Quando ero bambina ero monella, viziata, capricciosa, parlavo sempre, ero come il ragazino dell'altro sogno... la nonna mi chiamava affettuosamente "madama tempesta", diceva che avevo l'argento vivo dentro.
Ma tutto questo SOLO tra le mura domestiche.

Quando eravamo un passo fuori il portone di casa dovevo diventare una mummia. Mia madre era severissima, fuori non si chiedeva MAI fame, sete, sonno, bagno, soldi ecc... , si doveva resistere fino a quando si arrivava a casa dove si dava libero sfogo a tutti i nostri bisogni. Solo con il mio papà facevo capricci di voler stare in braccio, il gelato e il palloncino per le feste.
Il crimine che lei ha commesso con me è stato quello di zittirmi davanti agli altri. Io dovevo essere solo la sua bella statuina che lei descriveva come le veniva sul momento. Se solo aprivo bocca mi diceva subito cattiverie di ogni sorta. Mi faceva vergognare sempre davanti agli altri, mi mortificava senza un motivo valido. Fuori ero molto timida e anche da grande non mi sapevo difendere e questo la faceva infuriare di più.
Io per lei ero stupida, inutile e superficiale... e non mi ha voluto mandare al conservatorio per il canto perchè era troppo possessiva e gelosa di me. Io ero sua proprietà e dovevo stare sempre nel suo raggio di azione. Con le persone dovevo sorridere, essere gentile educata, e non parlare mai, solo lei unica protagonista della scena anche quando diceva delle stupidaggini su di me che mi veniva solo di ucciderla.
Credo che lei abbia provato inconsciamente rivalità per la mia femminilità sensuale che oscurava la sua sfiorente bellezza.
Si paragonava con me sempre, diceva che lei alla mia età era più bella, più avvenente, e più intelligente e capace di lavorare e fare soldi mentre io ero un'inetta stupida buona a nulla, incapace di mettere due parole insieme una dietro l'altra.
Lei voleva uccidermi la parola, la capacità di comunicazione, di relazione con gli altri, mi voleva solo come trofeo di bellezza che proveniva da lei ma inferiore a lei e nient'altro.

Ma non è andata come voleva lei... ho avuto la forza e la capacità di uscirne, di salvarmi, di perdonarla e di amarla, senza prima averle risparmiato TUTTO quello che pensavo (e penso di lei), senza sconti, oggi con calma, con chiodi e martello appena lei tenta di essere un minimo distruttiva.
La sua croce è impiantata fissa!
Oggi il concentrato di pomodoro non lo fa più, così le tiro in faccia la conserva in latta bella grande, da un chilo...

Nell'opera ho accettato di fare una parte che nessuno ha voluto fare, l'urlo finale, difficile per il coraggio di farlo, senza strapparsi le corde vocali, davanti ad un pubblico che vuole sentire voci curate e musicali non urlanti. Sono l'ultima, quella che nessuno vuole essere ma essenziale per gridare un crimine.

Domani sarà l'urlo di Diamantea ferita, nell'anima e nel corpo, sarà un atto di liberazione dalle collanine che volevano stritolarmi la voce, la passione, uccidermi la creatività, impriogionarmi l'anima.
E se mai fallirò possa la terra inghiottirmi per sempre.
Ma non fallirò, lo sento, mi affiderò al mio pavimento pelvico che mi darà il giusto sostegno di cui avrò bisogno.
Domani ucciderò il lupo, anzi lo manderò in estinzione...
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"Mi manca già la tua presenza, ma fai parte di me e per questo non sei mai andata via"
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