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Vecchio 22-01-2008, 03.42.13   #111
Ray
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Predefinito Fabio

Salto momentaneamente Ester in quanto lo stato attuale delle mie richerche mi ha portato a convincermi (per adesso) del fatto che il nome è ben più antico della Ester biblica... ne segue la necessità di un approfondimento.


Gli italiani Fabio e Fabia, così come i loro vari derivati Fabiano/a, Fabiola ecc. derivano dal nome latino gentilizio... la gens Fabia.
Il più famoso appartenente a questa importante famiglia romana è probabilmente Quinto Fabio Massimo, stratega detto "il temporeggiatore" il quale, durante la seconda guerra punica, riuscì a riconquistare Taranto, sconfiggendo il potentissimo esercito di Annibale senza affrontarlo mai in campo aperto.

Il significato del nome romano è tuttavia ignoto, data la sua origine etrusca. Purtroppo, quando retrocedendo nalla ricerca di un significato, ci si imbatte nel popolo etrusco è come trovarsi davanti ad un muro. Stop, la strada finisce qua. Di quella lingua nulla si sa.

Però...

Però in questi casi non è inutile adattarsi a metodi forse meno ortodossi, ma quasi sempre forieri di interessanti correlazioni e spunti. Uno di questi metodi è andare a dare una sbirciatina alle parole (in questo caso latine) di forma molto simile a quella indagata, sospettando o perlomeno non escludendo a priori una parentela.
Ne troviamo due: faber e faba.

La prima ci da uno spunto interessante e, se vogliamo, "facile". Faber in latino è l'artigiano, l'operaio (nel senso di colui che opera, colui che fa, non nel senso moderno di classe sociale). Usato specificatamente indica il fabbro (altri mestieri erano indicati da faber + il materiale... esempio faber ferrarius = fabbro ferraio) come a suggerire il fabbro quale artigiano per eccellenza o artigiano originario. In effetti si narrava che la fucina del fabbro fosse stata tramandata da Vulcano in persona, col suo ruolo di artefice. Ed è con questo significto di artefice che la parola fabbro viene usata nel proverbio "faber est suae quisque fortunae"... ognuno è artefice della propria sorte.

Se prendiamo questa derivazione ci appare un collegamento tra Fabio e "colui che fa", che poi è il Mastro o Maestro... gradi di perfezionamento spirituale che indicano la possibilità di Fare. Non è per nulla impossibile che la gens Fabia abbia preso questo nome gentilizio (secondo cognome) magari da qualche antico appartenente che ha instaurato così una Tradizione Familiare... è chiaro però che siamo nel campo delle ipotesi, se non delle fantasie... secondo le quali Fabio è quindi un nome augurale di quel grado di perfezionamento.

L'altra parola interessante... faba... vuol dire fava. Il legume. Isidoro di Siviglia ci assicura il nome latino derivante dal greco, addirittura per radice collegato al verbo mangiare, per farci intendere la portata della diffusione del vegetale in questione.
La simbologia della fava è piuttosto interessante. Molti sapranno della particolare avversità mostrata verso questo legume sia da Pitagora che nei Misteri Orfici. Vigeva la proibizione a nutrirsene.

La cosa forse si spiega in parte ad una tradizione contadina che offriva fave nei matrimoni. Esse rappresentavano i bambini maschi che nasceranno. In altra parte dai racconti di Plinio sappiamo che le fave contengono le anime dei morti. In quanto i primi frutti a sorgere in primavera, esse rappresentano le prime offerte del mondo dei morti verso quello dei vivi, il primo affiorare, il primo ritornare da sotto. Sono quindi veicoli di anime che rinascono. Da qui la proibizione a cibarsene... ci si sarebbe ancorati alla materia perdendo la possibilità di sfuggire ai cicli di riascita.
I Maestri quindi, assieme a coloro che desiderano perfezionarsi alla loro strgua, non mangiano fave.
In effetti, nella tradizione egizia, il luogo dove le anime attendevano la rinascita era chiamato "campo di fave"... la fava è quindi un'embrione... alchimisticamente zolfo improgionato nella materia.

Se ci agganciamo a questo, Fabio è colui che porta il seme... l'embrione, la possibilità di perfezionarsi e compiersi... il ri-nato. In qualche modo colui che aspira a diventare Maestro.
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