Discussione: Recitare
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Vecchio 09-03-2007, 23.04.52   #15
Smashan
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Ciao Martin.
Io credo che l'attaccamento ad un personaggio sia comprensibile a seconda del caso specifico.
Ci sono personaggi in cui l'attore si immedesima con facilità più che per il piacere di farlo, per alcune caratteristiche 'sopite' , per qualche motivo che si è manifestato diversamente nella vita ma che possiede lo stesso meccanismo, o la stessa radice. Magari noi non ce ne rendiamo conto.

Forse nessuno potrebbe mai dire: 'mi identifico nel personaggio del serial killer'.
Eppure, perchè no?
Forse che noi non abbiamo rabbia? forse che noi non abbiamo ossessioni? Forse che noi non abbiamo fantasie mostruose a volte?
La grazia è che non le dobbiamo attuare necessariamente, il Peso è che le dobbiamo accettare come parte di noi stessi e d'un percorso, quello umano, che implica 'apertura'.
Poi gli esempi possono essere infiniti.

Studiai teatro a scuola, e spesso ancora mi colgo in fragranza di reato, ovvero mi ritrovo in una stanza lontano dal mondo a recitare un pezzo dell'Adelchi, o dell'Amleto, o dell'Otello...o parti di film che mi hanno colpito e che ho visto abbastanza da poter ricordare.
Ho studiato per conto mio il metodo Stanislavsky, e l'ho trovato una forma di percorso intimo e umano molto forte.
Dimenticare se stessi facendo fuoriuscire un personaggio nuovo, con un suo passato e un suo presente. Diverso da quello che normalmente non accettiamo del nostro passato, o delle qualità che non abbiamo avuto il coraggio di sviluppare, o dei vizi che abbiamo volutamente coltivato (parlo in pluralis maiestatis...parlo di me in realtà...sono in flusso di coscienza quindi chiedo venia).
Insomma, è un modo di aprire le porte dell'infinito. La recitazione è una chance che ci diamo o per ampliare il nostro raggio di vedute e di azione o per rinchiuderci in un mondo fittizio per non assumerci la responsabilità di essere noi stessi.
Io l'ho sempre fatto per la seconda, anche se ammetto che la prima non mi è sempre mancata
Ho comunque imparato molto da queste cose, e su me stesso e sulla natura umana.
A volte ci si chiede perchè senza che sia necessario sapere la risposta; perchè ci sentiamo ugualmente arricchiti, o appesantiti in alcuni casi.
E' da un lato un'invocazione, portare dentro qualcosa che arriva dall'esterno, ma in fin dei conti è un'evocazione, perchè rielaborandolo non possiamo fare a meno di dare al personaggio di turno un taglio personale. Un Bela Lugosi non sarà mai un Gary Oldman (i Dracula, per chi li ha visti).
Dunque, anche nella vita, ogni volta che incarniamo un personaggio (nostro, in cerca di autore), non facciamo altro che esasperare una parte che comunque ci appartiene.
Non si fugge dai centomila omini che ci animano.
Solo forse si deve dare ad ognuno un posto preciso. Dare ordine al Caos.....forse sto andando troppo lontano dal senso del TRD.

Comunque Martin, consigli non ne ho....credo che certi nodi li scioglierai da solo, con il tempo....se ti ci dedichi con onestà
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