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Vecchio 06-02-2010, 17.29.58   #11
Ray
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Originalmente inviato da Ray Visualizza messaggio

Quanti pensieri come quello del vigile ci attraversano? Oppure, vista da un'altra parte, in che fase del processo di interiorizzazione di una frustrazione questo pensiero compare e che ne facciamo?
Bon, l'avevo detto che la domanda poteva non essere di immediata comprensione (qualcuno ha capito ma non ha risposto del tutto)... in effetti avrei dovuto spiegare meglio. Tento di espandere.

Il punto è il processo di interiorizzazione di una frustrazione. Torniamo al vigile. Quando parcheggio in divieto in qualche modo spero sempre di non beccare la multa, anche se so che parcheggiando in divieto posso prenderla... e qui conta molto l'atteggiamento di partenza, ossia quante balle mi racconto quando parcheggio. In teoria potrei anche avere da subito l'atteggiamento più sensato ossia "so che parcheggio in divieto, spero di passarla liscia, ma se prendo la multa bon, ho messo in conto questo e ho scelto di parcheggiare quindi se dovrò mi assumo la cosa e non me la prendo con nessuno" (la cosa migliore sarebbe non parcheggiare in dievieto ovviamente, ma poniamo il caso di aver valutato bene i pro e i contro anche verso gli altri).
In questo atteggiamento il livello di autoballe è minimo... e da questo si può salire fino al giustificarsi completamente per l'azione che stiamo compiendo e convincerci che abbiamo diritto a parcheggiare li. C'è anche l'opportunità di parcheggiare in divieto senza accorgersi e scoprirlo solo quando troviamo la multa.

In ogni caso però, quando trovo la multa, sono di fronte ad una frustrazione. La mia speranza di passarla liscia è vanificata e l'emotività che avevo caricato in essa mi rimbalza addosso. In questo momento di innesca un meccanismo che, per quanto possa presentare connotati soggettivi, grossomodo segue per tutti un procedimento simile. Questo procedimento è rappresentabile da una serie di pensieri che ci attraversano e sui quali è possibile che ci fissiamo. Se questo accade il procedimento si interrompe e non interiorizziamo del tutto la frustrazione. Mi piacerebbe molto, se avete voglia, che osservaste in voi quanto accade tenendo conto di questi parametri... a scopo di studio. Io anche descriverò i risultati delle mie osservazioni. Grey lo ha fatto e lo ha fatto molto bene, anche se non ha isolato del tutto la parte "paranoica".

Io sostengo che in questo processo passiamo tutti ad un certo punto in una fase "paranoica" nella quale attribuiamo ad altri o al mondo intenzioni aggressive nei nostri confronti. Se passiamo oltre, sia che ci fissiamo a fasi successive sia che portiamo a termine il processo, significa che di questi pensieri "ci facciamo qualcosa" ossia che usiamo un metodo per andare avanti. Questi metodi sono a mio avviso estremamente interessanti da studiare perchè potrebbero contenere delle soluzioni significative per favorire la nostra "pulizia" mentale e perchè forse sono migliorabili.

E' anche interessante lo studio del processo in se, ossia quando possiamo dire di aver completamente interiorizzato una frustrazione?


PS: a Daf non rispondo perchè ce l'ho con lei.
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