Discussione: Maschere
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Vecchio 19-07-2007, 15.18.28   #6
jezebelius
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Originalmente inviato da jezebelius Visualizza messaggio
Credo poi in sostanza ( spero di non cantarmela e suonarmela da solo ) che nel momento in cui da soli ci si rende conto che qualcosa non va e se ne prende atto e che quindi c'è un " cuscinetto ", alla fine quello che dall'esterno ci fan notare è relativo; nel senso serve semplicemente ad evidenziare che avevamo visto giusto.

Questo in poche parole avendo il fine dell'osservazione.
Citazione:
Originalmente inviato da RedWitch Visualizza messaggio
Non sono d'accordo sul fatto che se ce lo fanno notare dall'esterno sia relativo (a volte anche se si intravede una cosa sembra più comodo non cambiarla, ma se me la fanno notare sono costretta a guardarla perchè me la trovo di fronte)... funziona da piccolo shock che risveglia per un momento se la cosa che ci viene detta ci colpisce .. poi si puo' decidere se girarsi dall'altra parte e continuare a dormire o modificare una volta vista la maschera...

è la "botta" che sveglia e se non siamo capaci di procurarcela è necessario l'esterno..


Quando non mi accorgo di avere una maschera.. è semplicemente perchè mi sono riaddormentata alla grande, continuo a girare in tondo perchè mi sono abituata ad un certo tipo di tensione mi ci accomodo dentro, convinta di essere presente e di stare lavorando.
Hai ragione Red ma probabilmente mi son spiegato male. Non ero attento...dormivo...( o al solito come in questo periodo specialmente, dormo..).
Fatto è che intendevo differentemente la relatività.
La " botta ", lo shock, di cui parli è condivisibile però mi riferivo al fatto che è possibile che ci si renda conto, in un dato momento, di quale maschera si sta indossando anche da soli non necessariamente con l'aiuto di altri.
Voglio dire in soldoni che il fatto stesso che me ne sono accorto gia mi porta, appunto, alla presa d'atto che non sono me stesso in quel momento - ovvero sono altro - e chi me lo fa notare , dall'esterno, ha una valenza relativa in merito alla presa d'atto.
Non so come spiegare.
In questo caso,alla fine, la " botta " ,mi pare, sia minore, quando ce ne rendiamo conto da soli, rispetto a quando Tizio ci fa notare una data cosa e per nulla ce ne eravamo accorti.
Relativo nel senso che ci da un aiuto ma la presa d'atto c'è gia stata.
Diverso invece quando ci si gira dall'altro lato, anche quando da noi si vede la maschera che si indossa ed arriva Tizio e ci " obbliga " a vedere: quello è uno shock, e siamo d'accordo.

Ho preso questo passo dell'articolo di Uno:
Citazione:
Perchè si usa dire "essere se stessi"? Vuol dire che capita di essere altri da se stessi, altimenti non avrebbe avuto senso specificarlo. "Stesso" è una parola che si usa anche per dire "uguale", "è lo stesso...", "è uguale"
Quindi rapportando il tutto alla frase, "essere uguale a te", c'è un me che non è me, ma che può diventare uguale a me... lo so qui ho perso il 50% dei lettori.
Ebbene mi pare che qui si parli della indentificazione ossia una maschera che assume, attraverso 'identificazione inconsapevole, le caratteristiche di quel " me ".
In pratica lo copre, poichè non sono attento, e si rinvigorisce, trae sostentamento, col fatto stesso di essere identico al " me ".
Mi viene in mente un vecchio film del quale hanno poi fatto un remake: "baccelli"...o per non andare troppo lontano nel tempo " Invasion".
La storia più o meno è la stessa e cioè alieni ( ) che arrivano sulla terra ed assumono le sembianze degli uomini che hanno per cosi dire "catturato ed assorbito ".
Di li in poi avranno una " vita propria" e nuova. Nel frattempo la vera essenza ormai è stata incamerata e coperta. Uomini nuovi ma dalla sembianze precedenti. L'intenzione, in entrambi i film, è quella di prendere il sopravvento su coloro che non hanno subito questo "trattamento " e di creare una colonia di "nuove sembianze " da quel momento in poi.
Beh..mica per vedere sta cosa...bisogna aspettare gli alieni mi sa....lo facciamo gia noi, ognuno per se esclusi i più svegli, tutti i giorni..
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Dr. Marc Haven
“Non deve essere l’alba di luce che deve iniziare ad avvisare la tua anima di tali doveri giornalieri e dell’ora in cui gli incensi devono bruciare sui fornelli; è la tua voce, solo lei che deve chiamare l’alba di luce e farla brillare sulla tua opera, alfine che tu possa dall’alto di questo Oriente, riversarla sulle nazioni addormentate nella loro inattività e sradicarle dalle tenebre in cui versano.”
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