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Vecchio 01-12-2009, 01.08.50   #28
dafne
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Ogni tanto ci torno su questa discussione e quando penso ai debiti che ci vengono dai genitori mi capita di pensare (un esempio un pò sciocco forse...) alla paura del buio.
Se io ce l'ho la passerò ai miei figli, in modo involontario, lasciandogli la luce accesa finchè non si addormentano magari anche quando piccoli piccoli non me lo chiedono.

Ecco che non avendola risolta in me non potrò avere la risposta giusta nel momento in cui percepiranno la paura. Non avrò strumenti da passargli per superare un momento critico se non quello che ho sempre avuto, cioè accendere la lucina

Anche negli atteggiamenti, vado sempre sull'esempio, se i miei genitori non si parlavano molto non imparerò che parlando del disagio vissuto questo smonta un bel pò, ad esempio, o mi farò l'idea perversa che non và ben chiedere aiuto..ecc ecc

Insomma i debiti, in quest'ottica, sono mancanze di strumenti, di risposte che ci potrebbero aiutare nel momento di difficoltà a non sbagliare.

Soprattutto quando un genitore commette un errore, tipo rubare (per prenderne uno a caso) in qualche modo mi passerà l'idea, l'atteggiamento che rubare è possibile, magari a volte inevitabile.
E così via.

Mi resta un pò ostico il discorso dell'avo..se il mio bisnonno ha commesso un reato perchè devo pagare io e non, esempio, mio padre?
La cosa me la spiego con la reazione, che è un modo contrario di reagire ai genitori rispetto all'emulazione. Anche quello capita.

Per restare nel mio personale posso portare l'esempio mio e di mia sorella. Entrambe con genitori poco effusivi, poco coccolosi, io provo disagio nel contatto, lei si abbraccerebbe anche il mio piede (stò esagerando ma comunque abbiamo un rapporto diversissimo con l'esprimere l'affetto).

considerando da dove è originato il discorso, dal cavaliere che paga ecc credo che vi sia una componebte personale, una struttura, che ti mette in una certa posizione, e anche una componente di "contorno" che è una sorta di banco di prova, il fattore di autoresponsabilizzazione di cui si parlava sopra....

Se un cavaliere nascesse in una famiglia di cavalieri ripudiati dovrebbe faticare, nonostante struttura, molto più di un coetaneo nato in una famiglia che serve bene e comunque sempre meno di un cavaliere nato in una casa di villani (ma è poi possibile?)

Quindi la domanda successiva è, come sempre, chi o cosa ci piazza proprio in quella famiglia, proprio con quella storia?
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