Discussione: Sensi di colpa
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Vecchio 28-05-2007, 18.47.46   #21
Elle
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Originalmente inviato da Kael Visualizza messaggio
Si è parlato fin qua dei sensi di colpa come qualcosa di prevalentemente negativo, del soddisfare le aspettative degli altri etc..

Prendiamo però un ragazzo che perde il padre. Questo padre è sempre stato disponibile per lui e tanto ha fatto in vita per suo figlio. Il figlio invece per tutta una serie di motivi (vuoi l'adolescienza, vuoi la rabbia che provava verso se stesso, etc..) l'ha trattato malissimo, insultandolo e disprezzandolo.
Non si sentirà in colpa questo ragazzo? E' stato un pessimo figlio... e sarebbe forse giusto che non si senta in colpa??

Secondo me i sensi di colpa non sono nè positivi ne negativi.
Dipende da come vengono usati.

Se si usano a fin di bene... non riporteranno il padre in vita, non faranno cambiare quello che è successo... ma faranno sì che quel ragazzo si svegli, e in futuro possa imparare da questo errore. Se si è sentito in colpa capirà che non era lui che odiava suo padre, ma erano alcune parti di lui, e in un certo senso era costretto ad odiarlo (altrimenti non si sarebbe sentito in colpa..) Da questo potrebbe imparare molte cose, anche nei rapporti futuri con gli altri...

Ma i sensi di colpa possono anche diventare come le sbarre di una prigione che ci auto-imponiamo. Ci rinchiudono, non ci fanno andare avanti, non ci fanno migliorare...
E' difficile riconoscere di aver sbagliato, ancora più difficile rimboccarsi le maniche e darsi da fare per migliorare. Spesso è meglio nascondersi dietro ai sensi di colpa, preferendo star lì a piangere invece che darsi una mossa...

In sostanza vedo il senso di colpa come qualcosa che nasce in se stessi, una mancanza verso se stessi, e che va affrontato con se stessi. Se lo si risolve in se stessi, lo si risolve anche con gli altri.
Non so..io non la vedrei così facile..io non credo che il risveglio sia così semplice, e senza dubbio tra la presa di coscienza e una vita che non comprenda i sensi di colpa almeno quelli "bloccanti" credo che sia quasi un'utopia.Così come il nascondersi o il darsi una mossa, per carità a livello teorico tutto ciò non fa una piega, la scissione è giustissima, le soluzioni ottimali, ma fra il dire e il fare ci sono molteplici fattori che costituiscono anche l'esperienza conosciuta giusta o sbagliata nel reagire..che costituiscono la vita e le radici emotive, psicologiche e mentali di una persona Insomma io ritengo davvero in questo campo che tra il dire e il fare ci sia di mezzo il mare e ammetterlo non credo che sia un nascondersi ma anche un rendersi realmente conto della fatica e dei propri limiti di chi non è e non pretende di essere un guru spirituale.
Se uno è abituato a mangiare pane e sensi di colpa per mezza della sua vita non credo che il rendersi conto di tutto ciò e il metterlo in atto si equivalgano a fatica e riuscita
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