Discussione: Alla deriva
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Vecchio 22-09-2009, 00.40.09   #5
filoumenanike
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Originalmente inviato da Grey Owl Visualizza messaggio
Mi sto accorgendo di andare alla deriva, come trascinato dalla corrente che mi porta lontano dalla riva, dalla terra ferma. Questo accorgermi non provoca in me l'urgenza di muovere le braccia, di battere i piedi per lottare contro questo movimento lento ma costante. Vedo la riva sempre piu' distante e l'unica cosa che mi viene da fare e' rattristarmi, accettare l'apatia fisica, le braccia deboli e i piedi molli.
Ma come e' stato possibile cio'? Come sono arrivato a questa mancanza di forze? Perche' dolermi e non reagire? Eppure basta cercare anche nei piccoli movimenti una reazione a questo lento cedere. Ed e' per questo che scrivo in esperienze, questo e' un piccolo gesto, una piccola reazione a questo mio stato d'animo.
Come in un mare notturno vedo i flutti brillare delle stelle lontane, le onde, i marosi, il suono sempre piu' lontano delle rocce bagnate. Lo scoglio si oppone al mare eppure mi sarebbe utile come appiglio.
Che sia il non aver ostacoli, scogli davanti a me che mi porta alla deriva?
Provo freddo e confusione mentale, che fare?
Scrivo tra il faceto e divertito ma nel profondo cosi' non e' per me che provo strade da esplorare in questo mio stato alla deriva. Lasciarsi andare del tutto, affondare nel flutto oscuro e nero della notte e desiderare di morire. No, non ho il coraggio, tengo troppo a questa immagine che ancora ha da dire e da fare. Mera illusione la mia eppure e' tutto quello che ho, illudermi ancora di poter fare e disfare. Ed allora nuotare, reagire con motto di stizza e lottare contro questo lento deviare, si, cosi' e' da fare ed allora cosa si oppone tra il dire ed il fare? Troppo facile parlare di pigrizia, evitando l'analisi ulteriore di vedere che la paura muove fili invisibili in me. Si perche' il fratello, poi la madre e poi il padre e cosi' chi amo corrono pericoli a cui non posso portar riparo.
Certo e' facile lasciarsi andare, con la mente vagare. Cerco ancora un'appiglio in questa notte in onore di Litha, l'acqua salata mi bagna la bocca e mi esce dagli occhi, sfogati ancora un po' in modo che il prossimo sospiro diverra' un respiro. Un'atto di volonta' mi aspetta, accettare la morte oppure reagire ma mai continuare a patire l'attesa di un'alba che non s'avvera. Adesso mi metto a nuotare, verso la riva, sulla costa vedo ora le luci. Nuota, nuota ancora un po' verso la costa, adesso i muscoli si fanno forti ed il sangue scorre di nuovo. E' stato un momento alla deriva ma ora riprendo contatto con la terra. Coi piedi per terra la deriva č scongiurata ma che fatica riprendere contatto con la terra, ancora adesso non so se ci sono riuscito.

Alla fine del mio scrivere a ruota libera ho buttato fuori qualcosa che non avevo visto prima.
Grey le tue parole sono commoventi, sono all'altezza di un grande animo, io non so darti consigli ma sono certa che il tuo desiderio di tornare a terra, di ritrovare il terreno saldo dove porre i piedi č indice della capacitā di rinascere, di tornare a vivere dentro, di trovare nuovi slanci e buttare a mare, in quel mare nero della notte, l'angoscia di vivere,l'angoscia di sopportare il dolore, l'angoscia di accettare gli eventi
E' capitato anche a me di desiderare la morte che ponesse fine a un dolore inaccettabile, la desideravo per rifiutarmi di assistere ad un evento troppo duro...ma pensavo che non potevo sottrarmi..dovevo assistere mio figlio fino alla fine...poi quello che sembrava inevitabile č passato, la malattia di mio figlio bambino si č risolta e la vita ha ripreso il corso di sempre!
Non cedere mai...soprattutto per il bene di chi ami, di coloro che hanno bisogno di te, il loro bene potrebbe essere l'obbiettivo per continuare a nuotare verso riva, verso gli scogli!
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