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Vecchio 16-06-2008, 13.34.54   #23
jezebelius
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Originalmente inviato da gibbi Visualizza messaggio
Forse perchè nessun altra potenzialità umana come bellezza e ricchezza ( anzi il volto triste della bellezza e della ricchezza ) e i loro derivati potere e successo hanno uguale potere di seduzione nell'uomo. Seducono perchè la mancanza , la privazione di queste qualità si fa sentire in modo più acuto ed incisivo di tutte le altre che debbono appunto essere "cercate" e da chi le possiede e dagli altri , sono nascoste e meno visibili e per loro natura meno "ostentabili" , della eleganza d'animo non si può fare sfoggio ....
Citazione:
Originalmente inviato da Uno Visualizza messaggio
E' emersa una cosa da questa discussione, che l'umano se da una parte si immedesima nel fantasticare vedendosi capace di cose che nella realtà non può fare (non in quel momento almeno), dall'altra parte non è in grado di vedere le sue potenzialità reali, volendo sempre le potenzialità altrui o detto in altre parole l'erba del vicino è sempre più verde.
Se una/o è bello, qualcun'altra/o è ricco/a, se io non sono nessuno dei due potrei essere molto bravo a parlare, potrei essere elegante d'animo, potrei eccellere in un arte o in una professione, potrei essere l'ultimo derelitto di questa terra ma avere comunque un potenziale in qualcosa. In sostanza tutti abbiamo qualcosa di appetibile per altri, tutti abbiamo delle possibilità, il problema è che ci fermiamo ad osservare le possibilità altrui e non usiamo, scopriamo le nostre.
Effettivamente è sempre meglio guardare gli altri che a se stessi.
Credo che questa impossibilità nel cercare/guardare dipenda soprattutto da una mancanza che ognuno possiede e che la società continua a trasmettergli. Se per un verso lo condiziona per altro, quello, è la società stessa.
Cioè, per dirla in altre parole, siamo sempre stati abituati a " ragionare " per riflesso, cercando quindi in altri, esterni a noi, un modello da seguire o criticare.
Il problema allora, secondo me, riguarda sia l'aspetto superficiale - che come dice Gibbi è quello al quale ci si ferma e che assume sempre più intensità pur essendo valore " parziale" - e sia alla mancanza appunto di andare oltre tale aspetto " di scorza ", proprio perché non si conosce - o non si vuole conoscere - che si tratta di qualcosa destinato a " passare " e che forse non è potenzialità.
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Dr. Marc Haven
“Non deve essere l’alba di luce che deve iniziare ad avvisare la tua anima di tali doveri giornalieri e dell’ora in cui gli incensi devono bruciare sui fornelli; è la tua voce, solo lei che deve chiamare l’alba di luce e farla brillare sulla tua opera, alfine che tu possa dall’alto di questo Oriente, riversarla sulle nazioni addormentate nella loro inattività e sradicarle dalle tenebre in cui versano.”
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