Discussione: Correzione bozze
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Vecchio 02-03-2010, 19.46.03   #92
stella
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Confesso che ci ho preso gusto a fare la correttrice di bozze, ma forse mi sono fatta prendere troppo la mano, in questo caso ditemelo senza problemi.
Ultimamente non so bene come regolarmi, il fatto è che sto trascrivendo tutta la storia a parte per conto mio in tempo reale, e forse non ho pazienza di aspettare le mie colleghe e questo mi rendo conto non risponde all'idea di lavorare in gruppo.
D'altra parte penso che vedere la storia abbozzata sia utile un po' a tutti.
Metto qui qualche altro pezzo, come sempre aspetto correzioni e tagli e quant'altro, vi prego di farmi sapere per il seguito.



Emma si è stancata di spinte e spintoni, è davvero affollato oggi. Decide di bere una cosa e poi di tornarsene a casa.
Cerca un bar con un tavolino libero, e vede Carla seduta ad un tavolo assorta in qualcosa.

La riconosce dai capelli biondo scuro, lunghi fin sotto le spalle e lisci, quasi sempre acconciati in modo sobrio ed elegante, che oggi porta sciolti, con gli occhiali da sole spostati sopra la testa. Carla, 37 anni, ha gli occhi verdi, sottolineati da un trucco leggero, in tinta con il completo giacca e pantalone sui toni dell'azzurro che indossa sopra una camicetta a fiorelli bianchi e azzurri.
E' alta un metro e settantadue e ai piedi porta un paio di scarpe nere con poco tacco, accanto a sé la sua immancabile borsa nera.

Anche lei, sempre molto elegante e impeccabile nella sua tenuta da donna in carriera, ha deciso di approfittare di questa splendida giornata per fare un giro tra le bancarelle. “Mi regalerò qualcosa di speciale. Amministratrice delegata! Quanto ho lavorato per arrivare a questo, e quanto l'ho desiderato! E a quante cose ho rinunciato... Ma ora ce l'ho fatta, e anche se le responsabilità sono aumentate insieme allo stress, in una giornata come questa posso pensare solo che ne valeva la pena. Posso permettermi di togliermi qualche sfizio finalmente, mi sa che oggi ho pure esagerato!”
Con questi pensieri è entrata nel bar vicino alla piazza del mercato, dove c'è sempre molta gente, ha visto un tavolino libero ed è andata ad occuparlo. Dopo qualche minuto ha ordinato un cappuccino e mentre aspettava ha preso dalla borsa il diario che suo padre le aveva consegnato ieri.
Subito assorbita dalla lettura, quasi non si è accorta della cameriera che le ha portato il cappuccino, fino a che si sente chiamare per nome.
Alza lo sguardo e di fronte a lei c'è la sua cara amica Emma sorridente:
«Ciao Carla anche tu in questo caos?»
Le sorride a sua volta:
«Emma che piacere, hai fretta? Siediti.» “C'è troppa confusione qui”, pensa, d'istinto chiude il libro e lo mette nella sua borsa, più tardi gliene parlerà.

«Macché fretta, Carla, oggi è una domenica strana, avevo in programma una gita ma è andato tutto a monte. Prendo la cosa come viene, e ti dirò, viene bene, ti vedo una volta con calma invece che di corsa per il lavoro.
E tu come stai?»

Le sorride e si siede. Le fa piacere fermarsi con Carla, persona piacevole ed affidabile.
«Ho ordinato un cappuccino da un po' e oramai è freddo, ne ordinerò un altro, tu che cosa prendi?»

Emma si meraviglia un po': «Tu che fai raffreddare un cappuccino? non ci posso credere, cosa ti ha distratta? Un cappuccino anche per me grazie.»
«Sto bene grazie, mi dispiace per la tua gita andata a monte, in effetti oggi è una giornata splendida e sarebbe stato l'ideale. Scusami un attimo... » le dice Carla, sorridendo alla cameriera che sta passando lì vicino, le domanda se cortesemente può portarle altri due cappuccini. Quindi torna a rivolgersi a Emma: «Comunque l'importante è staccare ogni tanto la mente dal lavoro, anche tu hai fatto un giro al mercato ? Hai trovato qualche pezzo interessante per la tua collezione di pennini?»
«Ho dato uno sguardo in giro compreso il banchetto occasionale di Giulia, sai quella domestica carina che incrociamo di tanto in tanto, vende cianfrusaglie della nonna. No non ho trovato nulla, a dire il vero perché non sono uscita di casa per cercare pennini, ma per farmi passare la mattinata.»
Le sorride e Carla ricambia con fare distratto.
«Carla, sbaglio o hai un colpo di vento contro?» le chiede curiosa "Hai lavorato tanto e con tanto impegno da meritarti questi successi sul lavoro no? E allora che c'è? Cosa ti frulla in testa? Mi sembri alquanto assorta in altro, se ti fa piacere ti ascolto.»

«Sì ho lavorato tanto per arrivare a questa promozione, e ti confesso che pur avendo chiare in mente le strategie che vorrei seguire, non riesco a fare a meno di sentirmi tesa e...» si blocca e la guarda negli occhi, si conoscono da molti anni e sa che di lei si può fidare, e poi è del clan. Ma pensa a quello che è successo ieri a casa dei suoi. Mattia ha rivelato che il diario doveva essere consegnato alla sua famiglia, spiegando che non tutti sono in grado di aprirlo. I suoi genitori non ci sono riusciti e lo hanno consegnato a lei... e si è aperto appena l'ha preso in mano, anche se ha avuto la possibilità di leggerne solo poche pagine. E così sa che non può rivelare il contenuto a chi non riesce ad aprirlo... Pensa velocemente e altrettanto in fretta prende una decisione.
Emma si chiede: “Carla che fa la misteriosa?” sorride tra sé e segue le sue mani veloci infilarsi nella borsa ed estrarre quel che sembra una vecchia agenda consunta.

«Aspetta Emma, ti mostro una cosa» apre la borsa e prende il diario tra le mani, quindi glielo porge: «Ecco guarda, e dimmi che cosa ne pensi.»
«E' un acquisto di oggi?» le chiede prendendolo in mano, ha un che di vissuto, non è solo un vecchia agenda, sfiora le scritte e i fregi sulla copertina, nota i segni del tempo, immagina le molte mani che lo hanno sfogliato, sembra un vecchio diario.
Il diario è molto antico, lo si vede dalla pelle consunta e lucida. Color cuoio lucido con incise delle iscrizioni, come tatuaggi sulla pelle ma anche in rilievo. Sugli angoli una protezione in bronzo lavorato e sul lato lungo del diario vi è una chiusura in bronzo. Il lato del diario è dipinto con porporina dorata e riporta strani graffiti. All'interno i singoli fogli sono in carta pergamenata rigida e con gli angoli smussati. Ogni foglio un'opera d'arte fatta di scritture dalla pregevole calligrafia ad inchiostro blu scuro e con numerosi disegni colorati ad acquerello. Una scrittura arcana e spesso di difficile comprensione, queste iscrizioni esaltano l'energia che pare emani il diario antico.
Naturalmente è portata ad aprirlo, alza gli occhi sul viso dell'amica come a chiedere il consenso e nota una leggera ansia.

«Carla, non capisco che hai? Spiegami per favore...» così dicendo apre il diario che oppone resistenza, è come se le pagine fossero incollate tra loro.
Carla segue con un po' d'ansia i movimenti delle dita di Emma che sfiorano le scritte sulla copertina del diario, poi lei che la guarda titubante, e sembra chiederle il permesso per aprirlo. La invita a farlo con uno sguardo e lei capisce al volo. Con sollievo vede che il diario si apre tra le sue mani, così come le poche pagine che lei stessa è riuscita a sfogliare.
«Non è un acquisto di oggi Emma, e posso spiegarti quel poco che so. Ti ricordi di Mattia?»

Lo sguardo di Carla la rassicura, riprende a sfiorare il diario con la massima attenzione come a temere che possa sbriciolarsi sotto le sue dita, invece, e lo dice ad alta voce:
«Ma lo sai che mi sento strana? è come se questo diario mi sfidasse o provasse a tastare di che pasta sono fatta» così dicendo lo apre nel mezzo, è una sua vecchia abitudine che in questo caso non riesce, ottiene solo di poter sfogliare le prime pagine.
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