Discussione: Religione e società
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Vecchio 18-11-2009, 11.11.26   #1
Uno
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Predefinito Religione e società

Probabilmente andrò un pò controcorrente, o forse dirò quello che qualcuno non può e/o vuole dire o a cui non ha pensato.
In questi giorni c'è un gran parlare di voler o non voler togliere i crocefissi da ogni ufficio pubblico, scuole comprese.
C'è un gran parlare se è giusto o non è giusto nella scuola pubblica che ci sia una solo religione, se sarebbe meglio fare una storia delle religioni etc...

Discorsi che da un certo punto di vista mi possono trovare d'accordo, uno stato laico per definizione tiene separata la religione dall'altro, Gesù stesso parlo di cose di Cesare e cose no etc....

Però... però.... l'Italia, anzi l'Europa è un paese con una cultura religiosa (che definirei Cristiana in generale più che Cattolica) e volenti o no molte delle nostre tradizioni sono frutto di questa cultura. Aggiungo anche che il demonio plagiatore, come è vista da alcune fazioni la chiesa, ha si indottrinato generazioni e generazioni di italiani, ma un pò di catechismo ha enormemente arginato problemi che ora ci troviamo su tutte le cronache: droga, alcool, violenza, stupri, bullismo etc... in giovani ma pure meno giovani.
E' vero che molte malefatte venivano commesse di nascosto all'ombra delle case e padri violentavano le figlie dopo essersi ubriacati... ma percentualmente se non altro un pò di timore frenava la cosa.

Non sto dicendo cosa è giusto e cosa non è giusto, ognuno ha e/o si farà la sua idea... personalmente amerei una storia delle religioni al posto di ore di religione Cattolica, però con una società più matura. Amerei un quadro con tutti i simboli religiosi in ogni ufficio, compreso un simbolo ateo per quanto sarebbe questo una evidente contraddizione.

Ma dal mio punto di vista non si può spazzare via tutto senza prima preparare un rimpiazzo, senza esserne pronti, senza essere pronti a pagarne le conseguenze.

In ogni caso non trovo corretto che per affermare i diritti di una minoranza (diritti sacrosanti) debbano essere calpestati i diritti (e le volontà) della maggioranza.
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