[diamantea]

Li chiamo sogni guidati quando sono osservatrice e vedo senza emotività ciò che accade all'esterno di me ma con tutte le mie emozioni.
E' stata una notte agitata, tanti gli eventi recenti, la mia energia è stata picconata, il secchio mescolato dal fondo.
Alle 5 un rumore mi ha svegliata e non sono più riuscita a prendere sonno, la testa piena di tutte le ultime riflessioni, sogni compresi. Mi addormento non più di mezz'ora verso le 7,00.
Mezz'ora per riportarmi indietro qualcosa che risale a 30 anni fa.
Poco più di mezz'ora da che ho scritto il sogno ed è arrivata la reazione, una crisi interminabile di pianto che faccio fatica a tenere a bada visto che ho dovuto lavorare e fra poco fare le prove. Ancora una volta devo stringere i denti e andare avanti. Ho voglia di isolarmi, di correre, andare fuori, lontano da questa cosa che pensavo risolta morta e sepolta.
Non l'avevo mai considerato un problema da questa prospettiva, pensavo di padroneggiare bene un ricordo sfocato già ampiamente affrontato in terapia.

Il mio grido soffocato lo avevo sempre sentito dentro imploso e nascosto bene agli occhi esterni. Mia madre mi prendeva in giro, diceva che mi atteggiavo ed ero ridicola, goffa, ma io soffrivo, tantissimo e non potevo dirlo a nessuno. Avrei pagato in prima persona, a 15 anni non mi era permesso avere un fidanzatino che mi invita a una festa di pomeriggio, meditando altro mio malgrado... dovevo prendermi la responsabilità e la colpa di quanto accaduto e tacere.

Ora la consapevolezza me lo ha fatto vedere bene di fronte.
Adesso dove la metto quest'immagine a cui non ero preparata?
Sto male ma si vede che sono pronta a ricapitolare e far morire questa parte vecchia e malata che mi ha lentamente rosicchiato l'anima.
Come sistemerà la cosa il ginecologo adesso?
La macchia è venuta fuori e lui la vedrà, non posso più nasconderla.
Mi tocca riesumare un cadavere pieno di vermi putrefattivi, devo ripulirmi la bocca e fare quel maledetto urlo?
Vedremo...