Discussione: Zoom nella fronte
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Vecchio 12-08-2010, 23.51.56   #5
diamantea
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Mi piacciono le tue lievissime intuizioni Ray, mi aiutano a orientarmi nella risalita dal fondo melmoso dopo averlo bene scandagliato. I vostri suggerimenti sono preziosi per me e non spreco il tempo che mi dedicate.
Sento che ho una bella occasione e non voglio sprecarla come ho fatto in passato che rimandavo pur di non guardare dove faceva male.
Ora più che open sono rimasta senza portone!

Ho 45 anni e a novembre uno in più. Il menarca ad agosto come ora di 34 anni fa, avevo quindi 11 anni e mezzo.
Anche io avevo pensato di poter associare qualche episodio o evento importante ai 13 anni nel sogno ma non ricordo nulla di significativo da associarvi.
Le età maschili posso collegarle con la mia età cronologica ma il ragazzino ancora non mi è chiaro.

Riconsidero la questione della disarmonia del maschile.
A pensarci bene, se l'uomo è cattivo è il rifiuto del maschile da parte del femminile che non si integra con esso.
La mia confusione è che mi approprio di tutte le qualità maschili e le faccio mie, cioè femminili, per cui non distinguo più.
Sono molto identificata nel ruolo femminile, eppure ho molti tratti del maschile. la mia energia è attiva, ho un carattere e un temperamento sessuale tendenzialmente dominante. Difficilmente attacco per prima ma in difesa tiro fuori l'energia di un guerriero.
Il problema mio maggiore è stato sempre di accettazione, quindi nel femminile, nel ricettivo. Preferisco dare anche se alla lunga mi pesa, che non ricevere anche se lo desidero molto. Ciò che arriva dall'esterno lo vedo come invasivo e tengo a bada attivando il controllo. Una parte di me è sempre protetta.

Il beneficio dell'elaborato di questi sogni mi ha portato a osservare senza interferire. E' il coraggio di lasciare accadere le cose senza l'interferenza del controllo che vuole pilotare le situazioni in certe direzioni. Lo stesso sto facendo con gli altri, ho il coraggio di lasciare che gli altri agiscano senza interferire, poi ognuno ci assumiamo le nostre reciproche responsabiltà.

Questo ribaltamento è tutto da rielaborare per me. Mi resta il rammarico di non aver potuto sentire cosa aveva da dire di così importante l'uomo stressato. La mia impressione è che voleva dire al mio compagno qualcosa di me e del mio rapporto con l'uomo che lo ha fatto stressare. Era stanco e quasi rassegnato e insisteva molto con tono pacato con la stessa frase: devo dirti una cosa...
Le sue pustole avevano la disposizione ordinata come le cartelle della tombola con le finestrelle che si abbassano.
Il mio compagno ne stava toccando una per vedere cosa c'era dentro ma io l'ho bloccato, volevo prima sapere di cosa si trattava.
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"Mi manca già la tua presenza, ma fai parte di me e per questo non sei mai andata via"
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