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Vecchio 28-12-2008, 19.31.09   #18
jezebelius
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Originalmente inviato da Uno Visualizza messaggio
Sopra ho parlato di dono, ma dipende dai punti di vista come definirlo, è un dono perchè comunque ai massimi livelli occorre una connessione con il Tutto che è un dono oltre che il nostro Lavoro, d'altro canto in un certo senso è un stato d'essere, tanto più ci si conosce e di conseguenza si conosce l'altro, tanto più si vedono particolari che per tutti sono irrilevanti, portato all'estremo (società, natura etc...) la preveggenza diventa sostanziosa... anche se poi questi particolari non sono sempre razionalizzabili.
Quindi come stato d'essere sarebbe impossibile non usarlo completamente, è come dire (esempio laterale) ho gli occhi per vedere, ma vado via con gli occhi chiusi perchè in questo momento vivo dentro un istituto per ciechi, sarebbe innaturale.
Citazione:
Originalmente inviato da Ray Visualizza messaggio
Adesso è molto più chiaro, grazie. Comunque per uso non intendevo un decidere se percepire o meno, se sapere o meno, ma cosa farne di questo sapere.
Chi ha gli occhi in un mondo di ciechi ha lo stesso problema. Vede. Gli altri no. Può dire, può non dire, può dire in parte (si dice sempre in parte). Ma di volta in volta nessuna di queste può essere il miglior uso. Il titolo parla di etica della preveggenza.. effettivamente, riportando il discoso ad un livello più basso e da me gestibile, è come quando vedo il bimbo che allunga la mano verso il fuoco. Io vedo che si farà male e soffrirà. Lui non vede. Chiaramente quel che vedo è solo molto probabile e non certo, potrebecascare un meteorite in quel momento e nulla accadrebbe, ma le cose si sono messe in modo tale che quel che vedo quasi certamente si verificherà.
Intervengo o no? Che livello di intervento modificherebbe la sostanza delle cose? Metto sull'avviso solo se richiesto? Oppure avviso comunque e lascio poi che il bimbo (ognuno) faccia quel ce crede con l'avviso.
Oppure, come dici all'inizio, accelero un certo processo conoscitivo del bimbo, magari proteggendolo da conseguenze troppo gravi e, per esempio, gli dico che scotta, gli prendo la manina, gli facio toccare il fuoco quel tanto che basta a fargli provare la sensazione ma che non riporti danni gravi e poi gli dico "visto?"

Intendevi qualcosa del genere su altri livelli?
Cerco di vedere se ho capito, casomai collegandomi anche alle domande che pone Ray.

Il fatto di essere connessi, ai massimi livelli, al Tutto, gia pone una sorta di Etica.
Questa c'è, esiste, in misura proporzionale al livello nel quale ci si trova. Per questo, forse, per gli uomini sarebbe un danno più che un dono riuscire a muoversi per cambiare il proprio futuro. Non lo farebbero in funzione di un cambiamento ( oserie dire reale ) ma soltanto in funzione, e nella presenza limitata, di quel che hanno visto per il proprio cammino, per il proprio futuro.
Insomma uno stato d'essere contrapposto a quello nel quale si versa " nel " Tutto.
Dunque, da ciò, più ci si conosce, più si conosce l'altro e per questo tutte le dinamiche che ne possono derivare su altri aspetti e livelli come la società ad esempio.
In questo stato d'essere quindi non è evitabile che si usi tale stato di connessione ma è evitabile che si utiizzi " tutto". Meglio, è possibile centellinare in funzione di quel che si vede - e per questo i comportamenti, le azioni, le parole, i consigli etc - e di cosa è " giusto " per chi ascolta e per questo dare piccoli indirizzi o indizi, se li vogliamo chiamare così, entro i quali il ricevente del messaggio, da parte di chi Vede, possa muoversi, lasciandogli però la facoltà di essere libero e totalmente non soggetto alla previsione.

Nel film " L'uomo Ragno", una frase di Ben Parker al nipote Peter : " Da un grande potere, derivano grandi responsabilità".
Sta ad indicare quindi che se c'è un potere bisogna sapere e riuscire a gestirlo e questo " sapere " e " riuscire" non fanno parte del potere ma vanno acquisiti, conquistati.
Insomma si deve essere conoscitori degli strumenti per gestire il fuoco poichè possedere il fuoco senza di essi è un danno.
Da ciò, a chi non possiede tali strumenti non potrà - il veggente in questo caso ma pure per altri soggetti su altri livelli - che fornirli implicitamente se non richiesti, poichè credo che esista anche un dovere dell'utilizzo, ed esplicitamente se richiesti ma soltanto - e non è poco - dovrà dosare il materiale in funzione di ciò che a lui - il ricevente - serve.
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Dr. Marc Haven
“Non deve essere l’alba di luce che deve iniziare ad avvisare la tua anima di tali doveri giornalieri e dell’ora in cui gli incensi devono bruciare sui fornelli; è la tua voce, solo lei che deve chiamare l’alba di luce e farla brillare sulla tua opera, alfine che tu possa dall’alto di questo Oriente, riversarla sulle nazioni addormentate nella loro inattività e sradicarle dalle tenebre in cui versano.”
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