Discussione: I "passaggi"
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Vecchio 18-08-2007, 20.23.26   #9
Ray
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Originalmente inviato da RedWitch Visualizza messaggio
Arrivare al punto massimo, e poi scendere... mi ricorda un altro momento clou
Vista così Ray, mi vengono in mente due cose... la prima è che dovremmo saper dosare l'attenzione nella giusta misura .. come dire, parto un po' in sordina e poi concentro maggiormente quando è il momento del passaggio e poi ridiscendo al livello precedente.. la seconda è che dovrei saper riconoscere per poterlo fare tutte le cuspidi a cui mi trovo davanti durante la giornata ..
terza ipotesi, continuo a cercare di stare il più sveglia possibile e allargo il raggio della mia attenzione fino a quando i momenti di "buio" prima diminuiscono e poi (spero) spariranno ..
Siamo in psicologia..e quindi parliamo di attenzione, ma credo che la faccenda sia connessa con l'energia che dobbiamo mettere per "stare svegli"... per riuscire ad alzare il livello di attenzione al momento giusto, secondo me bisognerebbe disporre di un surplus di energia che al momento ancora non abbiamo a disposizione (non so se si capisce..) ed ecco il momento di black out... o imparo a dosare e a concentrare quella di cui dispongo.. o devo in qualche modo aumentare il carico di energia..
Si si, ero arrivato a conclusioni simili. Comunque, più che dosare l'attenzione, che è come dosare il sonno (?), semplicemente ho concluso che non c'è abbastanza energia. Come ogni cosa, lo "stare presente" ha gradi. Quel che ero capace di produrre durante questi esperimenti evidentemente non era abbastanza per beccare il passaggio.

A questo punto ho pensato, beh non avrò certamente abbastanza attenzione per tutto il giorno, ciononostante mi sono incaponito nel tentativo di concentrare la massima attenzione di cui ero capace del minore lasso di tempo possibile. Insomma l'idea era quella di un supersforzo. Dei risultati vorrei che ne parlassimo si... è qualcosa di conensso a cogliere l'attimo, e qualcos'altro ho accennato sopra, ma vorrei sentire anche voi.

L'aspetto psicologico che mi interessa, che poi è psicologico considerando la psicologia in senso ampio e non come i libricini moderni che si comprano in latteria, è proprio a questione dei passaggi e dell'eventuale differenza che ci può essere tra passaggi effettivi (se ci sono, io credo di si) e passaggi che riteniamo tali per ristrettezza mentale e di percezione e quindi li assimiliamo agli altri per associazione.

Ci sono vari passaggi effettivi secondo me, di cui uno è quello famoso nelle discipline orientali... tra un respiro e l'altro.
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