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Vecchio 02-03-2007, 22.34.06   #6
'ayn soph
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Proviamo a fare un'analisi di linguaggio, poichè la Qabalah, essendo metodo, è soprattutto 'linguaggio'. Quest'analisi la possiamo chiamare: 'PARLARE CABALA'.
Questo post qui sopra diretto a Jeze, è un esempio di Cabala estatica, ovvero una volta ottenute le basi intellettuali del linguaggio cabalistico, esse devono essere trascese, o meglio ancora 'penetrate'. Questo entrare dentro (il significato stesso dell'iniziazione, dal latino in inis) significa anche farsi filtro stesso del linguaggio in questione, quindi comprenderlo e portarlo fuori. Questo 'penetrare la tecnica' è la ricerca di un significato esoterico, cioè insito nei collegamenti intellettuali e algebrici del sistema stesso, attraverso la propria comprensione delle leggi universali, sia macrocosmiche che microcosmiche. Dunque diventa una lingua ATTRAVERSO cui spiegare ogni cosa, parlare di ogni cosa, elemento dunque di INTERAZIONE. Questo rapporto è possibile in modi diversi.

L'esempio è nel post che ho scritto su 'Ri-velare':
Ri-velare.
Posto che indica precisamente porre un nuovo velo....un velo su che cosa? Sulla Verità. E perchè si vela la Verità? Per nasconderla? No. Non è quello lo scopo. La Ri-velazione è una conseguenza della Manifestazione del Verbo. Ovvero, una Verità pronunciata è Menzogna, perchè corruttibile e de-finita.
Affinchè vi possa essere parola, si deve considerare che c'è un soggetto che prununcia (Dio crea attraverso il verbo, che era presso di lui, che era lui) e un oggetto che la ascolta, la riceve, la prende con sè. Cosa c'è di più Illusorio? Nulla, poichè la Parola, anche se atta a trasmettere la Verità, nega l'unità, poichè necessita del dualismo per sopravvivere.
Consideriamo a livello microcosmico.
Lingam e Yoni, che sono rispettivamente i genitali maschile e femminile. Essi nell'atto sessuale diventano un tutt'uno pur restando elementi separati, e si dice che 'il Lingam è un tutt'uno con il cedere della Yoni, e la Yoni è un tutt'uno con l'allungarsi del Lingam'. L'eiaculazione, che è il verbo, cos'è? La possibilità di unione, ovvero la possibilità del concepimento, la creazione, il terzo elemento che rende veramente UNO i due elementi contrapposti.
Ma dove va a finire il seme? Nel Grembo, nelle tenebre, dove viene incanalato e de-finito (poichè la nascita condanna alla morte). L'illusione è la DICHIARAZIONE stessa del dualismo. Ma quest'illusione non è errata, è l'unico linguaggio attraverso il quale operare per trascenderla, tornando all'unità.
Dunque questo ri-velare è il seme che entra nelle Tenebre. Cosa sono le Tenebre? Il Silenzio, la quiete che succede al Chaos.
Quindi la Parola e il Silenzio, nel loro continuo rapportarsi, determinano la Verità. Uno ri-vela e l'altro conserva. Qual è il canale che permette alla rivelazione di non disperdersi? L'Amore, che è causa della separazione e al contempo possibilità di unione.
Sull'albero della vita infatti, nella triade superna, abbiamo due Sephirot che fanno al caso nostro. Cochmah e Binah, rispettivamente parola e silenzio, uno dà e l'altro riceve, attraverso la via di Daleth, che è la via dell'Amore puro, Agape, e che in ebraico significa 'porta'.
Provate a meditare sul fatto che dire la verità è una maledizione.
Perchè? Perchè siamo costretti a pronunciarla, perdendo il Silenzio e ritrovandolo subito dopo. L'unico modo per non disperdere è far passare il verbo nel canale dell'amore, affinchè dall'altra parte vi sia comprensione.

Questa è un'applicazione del linguaggio cabalistico, e si ricollega perfettamente al discorso qui sopra rivolto a Jeze.
Una volta che un METODO diviene il filtro attraverso il quale si parla, si ascolta, si assimila e si analizza, in maniera naturale si ha la sua applicazione alla REALTA' (esempio di passaggio da cabala teorica a cabala pratica). Ci sono poi altri metodi di applicazione pratica, tra cui il rituale magico. Il concetto di MESSA A TERRA.
Ma il fine, attenzione, non è la Cabala che, in quanto linguaggio, deve restare un mezzo, un canale attraverso il quale esprimere se stessi e creare un collante tra il nostro cerchio e tutto il resto, che è poi il confine stesso del cerchio.
Il fine è sempre l'unione tra Macrocosmo e Microcosmo.
Il segreto è l'applicazione costante dei principi studiati con il proprio vissuto e la propria condizione, quella umana. Una questione di aderenza.

Posto questi due esempi, che già evincono un'analisi un po' complessa di questo linguaggio, si ritorna indietro all'intelletto, per esporre le regole principali attraverso cui opera la cabala stessa, ad un livello meramente algebrico e logico.

TECNICHE CABALISTICHE:

Gematria

La gematria (si legge ghematria) è la tecnica che stabilisce che due termini aventi lo stesso valore numerico, sono nella loro sostanza strettamente collegati. Questo non significa necessariamente che sono opposti, complementari, simili o addirittura uguali. Significa che l'unione algebrica (stesso valore numerico) determina una sostanza COMUNE, unione estatica, che può manifestarsi su vari livelli di comprensione, dunque con il tempo risultare tesi,antitesi e sintesi.
La lingua ebraica è anche matematica parlata, essendo ogni lettera un numero (non 'ad ogni lettera corrisponde un numero', ogni lettera E' un numero e viceversa), dunque 'dire' o 'scrivere' lo stesso numero in maniera diversa comporta anche un cambiamento nella sostanza, dunque va analizzato anche il contesto in cui si inserisce. Esattamente come in matematica la cabala ha i suoi artifici, poichè il significato matematico non determina la verità, ma è l'utilizzo che se ne fa a rendere una cosa vera oppure no, sempre nei limiti della relatività e della soggettività chiaramente. L'importante è che 'vengano rispettate le regole'. Senza tradire quindi lo schema, lo si può modellare a seconda della propria esigenza, trasformando così la Cabala stessa in un qualcosa in continua evoluzione, con un proprio percorso personale ed una propria identità storico-filosofica, che sia rappresentazione INCOMPRENSIBILE (letteralmente) dell'Universo e al tempo stesso rappresentazione elastica dell'individualità delle singole componenti del creato (uomini e donne).
Scusate le divagazioni, sono un po' pedante. Torno sull'esempio pratico.

Prendiamo due parole: Messia e Serpente. In ebraico sono MShYCh e NChSh. Hanno entrambe il valore di 358. Questo indica che le due parole, nella loro essenza (si parla anche di simboli) sono strettamente correlate e, per chi ha l'occhio attento, fra queste due parole la relazione è esplicita.

Sono poi innumerevoli i modi per far interagire tra loro numeri e lettere, associando il concetto alla parola.
Ad esempio (qui non si tratta più di gematria): la parola uomo in Ebraico è Adam, precisamente ADM (Alef+dalet+mem); vale 45 (vedremo con un altra tecnica come questo 45 ci dica molto sul concetto di uomo, più avanti). La parola è composta, Alef è il soffio divino, la prima lettera dell'alfabeto, strumento di Dio per la creazione, mentre la parola DM significa 'sangue'. Possiamo dire dunque che ADM, l'uomo, senza il soffio divino (lo spirito) non è altro che DM, sangue.
Oppure, allo stesso modo vediamo altri due termini: Ameth significa in ebraico 'Verità', ma se noi togliamo dalla Verità il soffio divino, otteniamo Mth, che significa 'morte'.
Questo per far notare la bellezza e la potenza espressiva della lingua ebraica, che ha forse uguali solo nel sanscrito.

Riduzione Teosofica:

La riduzione teosofica può essere applicata per ridurre una parola ad una cifra semplice. Ovvero assomando i valori numerici delle lettere fino ad ottenere una sola cifra. Questo può servire ad analizzare il concetto di un termine a partire dal fondamento della prima decina. Quasi tutte le culture definiscono la prima decina la fine del ciclo di manifestazione (le dieci Sephirot sono un esempio), definendo tutti gli altri numeri una rappresentazione della prima decina in particolari aspetti che gravitano intorno ad una determinata orbita.
Quindi facendo un esempio torniamo ad ADM, che vale 45 (1+4+40)..45 è 4+5=9
Quindi il nove, che può essere associato a Yesod, la Sephirà dominata dalla Luna. Dunque potremmo intendere il 9 non come il numero sintesi dell'uomo, che è in realtà 5-il pentagramma- ma bensì come l'aspetto del concepimento dell'uomo, la sua emenazione tramite il femmineo, FONDAMENTO della creazione.

Notariqon.
Il Notariqon consiste nel ricavare da una singola parola, una frase, formandola con le lettere della parola come iniziali.
Questa è un'espressione della FORMULA magica ad esempio, una compressione di un concetto, al fine di rendere il concetto in un solo fiato.
Ad esempio AGLA è un notariqon della frase 'Athe Gibor Leolham Adonai' - 'tua sia la forza nei secoli dei secoli mio Signore'. AGLA è il nome di un Arcangelo.
Oppure, secondo la Cabala greca, IChThYS, che significa pesce (simbolo di gesù) diventa 'Iesous Christòs Theus Yios Sotèr' - 'Gesù, figlio di Dio Salvatore'.
Questo può essere uno spunto interessante per chi volesse provare a costruire dalle parole delle frasi, a suo piacimento. Ad esempio con l'uso del proprio nome e cognome, trasformandolo in una formula vera e propria.

Queste sono le tre tecniche principali. Ne vedremo altre meno utilizzate, ma per il momento mi fermo qui e proviamo a lavorare su quelle che già ci sono
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