Discussione: Parmenide
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Vecchio 30-11-2006, 22.58.31   #12
Ray
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Originalmente inviato da isaefrenk Visualizza messaggio
ti contraddici, prima dici che esistere e essere sono due cose diverse poi dici che per esistere si deve essere e che l'uno è la conseguenza dell'altro...
Non vi è alcuna contraddizione. Se una cosa è conseguenza di un'altra, ovvero l'una implica l'altra, le due cose non possono essere sinonimi, cioè coincidere.
Conseguenza indica un rapporto di causa-effetto e la causa deve differire dall'effetto. Altrimenti è come dire che la sazietà e il mangiare sono la stessa cosa, mentre il mangiare implica (forse) la sazietà, ovvero la sazietà è conseguenza del mangiare.
Nello specifico ribadisco che esistere è conseguenza dell'essere... ovvero che se una cosa è allora può anche (forse) esistere.

Con la vostra definizione invece cambiate del tutto la cosa. Per dimostrare che sono la stessa cosa ne tirate in ballo una terza: il sentire. Chiamare questo metodo "logica" è operazione alquanto inconsueta. Spiegate la coincidenza di due cose con la concomitanza (supposta) di un attributo. E' come dire che la mela e la ferrari sono la stessa cosa in quanto entrambe rosse.

Per non dire del fatto che affermate con certezza che "tutti quelli che esistono si sentono di essere"... che è una vostra supposizione a mio modo di vedere, piuttosto ingenua.

Per Arj: quello che dici sul pensiero di Parmenide è corretto. Solo che quelle che tu chiami contraddizioni invece non lo sono. Non ho mai detto che lui non collegasse essere ad esistere, ho solo detto che non ne fa dei sinonimi, ma che certamente sono due cose collegate. Purtroppo è assai difficile disquisire di filosofi antichi (e tradotti) senza prima mettersi daccordo molto bene sui termini (che equivarrebbe a mettersi daccordo su quel che dicono senza necessità ulteriori di interpretare). Faccio un esempio che probabilmente ti piace: da come l'hai messa tu Parmenide sosterrebbe che tutte le cose che ci paiono esistere sono invece mera apparenza. Verrebbe da chiedergli se, allora, l'apparenza esiste... e non solo, ma se l'apparenza ha una condizione di esistenza migliore (maggiore) delle cose che appaiono. Sarebbe una domanda imbarazzante per lui secondo te?
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