Discussione: La famiglia
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Vecchio 08-04-2006, 12.10.58   #10
jezebelius
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Originalmente inviato da seleparina
qualcuno che magari ha avuto esperienze precedentemente o qualcuno che ancora queste esperienze non le ha (un adolescente che parla col coetaneo) e può “capirci” dato che parla il nostro stesso linguaggio.
Mi ha colpito questo che Sele ha lasciato e sono completamente daccordo.
Il " linguaggio " è verò, è diverso; ci si pone nella maggioranza dei casi,sia da parte dei figli che dei genitori, su posizioni diametralmente opposte per poi verificare che ognuno ha un suo modo di pensare, se lo si evidenzia con coscienza.
Invece molto spesso accade che il modo di " comunicare " è posto su frequenze che non vogliono essere portate sulla medesima linea.
Un esempio tipico potrebbe risulatre la frase che molte volte ci siamo ripetuti ovvero: il " non mi capisce....." che espresso sia da un lato che l'altro, caratterizza il modo di porsi.
I figli da " egoisti " cercano di svincolarsi dalla " preda " genitoriale i genitori, di contro cercano di " ingabbiare " entro gli schemi che a loro modo risultano quelli specifici da adottare.
Kael....ha parlato certamente di " Verità " - e quindi di comunicazione che assuma come base di partenza questo elemento - ma questa è ben lungi dall'essere raggiunta se si versa ancora nella morsa di una Non Vita.
Va da se che lo sforzo per rendersi conto di questo è molto difficile da sopportare se, come abbiamo visto, non si è pronti a farlo.
E' anche vero che questo gia sarebbe un andare oltre...per cui soffermiamoci sulla " comunicazione di rito".
Questa appare forzata, ma neanche si puo affermare che sia del tutto negativa...si pensi a quando non esiste neppure questa.
Di fondo sappiamo ( e riconfermo Kael ) che questo atteggiamento andrebbe cambiato, o quanto meno ne andrebbe modificato l'approccio.
Molto spesso si crede che un comportamento ( finto ) gioviale possa risolvere tutto ma il fittizio prevarica la sostanza: ognuno nella sua " visione " dispone della assoluta certezza che vuole " trasmettere " all'altro ( rapporto genitori figli e viceversa ) ma questo ( noi )sappiamo( solo adesso probabilmente ) che è un meccanismo subdolo il quale va eliminato.
In questo contesto certamente sappiamo che l'attenzione va spostata su cose ben più importanti che non il parlare " di politica " o di altro ( posto che anche questi argomenti possono assumere valenza diversa con una consapevolezza diversa ) ossia non solo di semplici argomentazioni per passare la giornata.
Contribuire attraverso segnali, a dare un ventata di " novità " da parte di chi Inizia un nuovo approccio, questo mi pare che sia fuori di dubbio; perchè allora non farlo anche ( e soprattutto ) in famiglia!
Riscoprire il Vero che esiste anche al di la della " precostituzione " del legame non è da tutti possibile a quanto pare ma di quei pochi - che cercano di andare oltre - ne è pressupposto.
" Differenziarsi " al di la del preconcetto è la base da cui ri-partire.
E' vero che a mio avviso possono essere analizzati due comportamenti che possono essere evidenziati da quel che si parla: v'è una indagine da affrontare sia per coloro che non hanno ancora intravisrto il Vero e sia per coloro che pressumibilmente l'hanno percepito.
La conoscenza del secondo ci affrontare l'argomento in maniera diversa, ponendo diversamente l'approccio che ne deriva.
E ovvio,ritornando al linguaggio, che in un certo senso significa " portare " a capire quella "frequenza" dello stesso che fino ad ora non era percepita; atteggiamento questo diffficile ma non impossibile secondo me....
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Dr. Marc Haven
“Non deve essere l’alba di luce che deve iniziare ad avvisare la tua anima di tali doveri giornalieri e dell’ora in cui gli incensi devono bruciare sui fornelli; è la tua voce, solo lei che deve chiamare l’alba di luce e farla brillare sulla tua opera, alfine che tu possa dall’alto di questo Oriente, riversarla sulle nazioni addormentate nella loro inattività e sradicarle dalle tenebre in cui versano.”
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