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Vecchio 04-01-2011, 03.02.21   #1
diamantea
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Predefinito Il bianco dell'innocenza

Anni fa partecipai ad un gruppo sul "Bambino Interiore".
Al quarto giorno l'esercizio era trovare in due scatoloni pieni di travestimenti qualcosa che piacesse indossarlo e poi rappresentare il proprio io critico.

Io trovai una sistemazione da casalinga bigotta piena di giudizi, insomma una bella occasione per ostentare il mio bel dito indice non ancora morso dal cavallo .

Mi divertii da morire a puntare liberamente il mio dito, giudicai apertamente chiunque mi si parasse davanti, avevo da ridire su tutto, e mi piaceva dirlo in faccia con tutte le espressioni del giudizio, mi calai totalmente nel giudizio.

Ad un certo punto mi trovai davanti un uomo vestito con una tunica bianca. Egli rappresentava l'Innocenza, aveva chiesto prima il permesso di vestirsi così perchè questo si sentiva di impersonare.

Quando me lo trovai davanti la mia mente spense il tasto del giudizio. La mia energia cambiò, rimasi estasiata e commossa davanti quel bianco candido. Mi sembrò bellissimo ed io così gretta e misera nel mio continuo giudizio in cui divertivo solo la mente.
Lo guardai incantata al punto che quando mi passò oltre non potei più continuare a puntare il dito. Mi sentivo quieta, conquistata da quella visione.

L'ultimo giorno che andavamo poi via, dissi a quest'uomo che mi aveva colpita l'innocenza perchè l'avevo perduta, e quello che mi rimaneva era solo il giudizio critico verso l'esterno e di questo me ne rammaricavo molto.
Ma lui mi disse che tutto ciò che vediamo negli altri è perchè ce l'abbiamo dentro altrimenti non riusciamo a riconoscerlo.
Se io avevo riconosciuto la bellezza dell'innocenza è perchè ancora era dentro di me, dovevo solo rinoscerla, farla vivere.

Devo dire che ci ho lavorato parecchio negli anni su questa cosa. Il bianco, la purezza, l'innocenza...
Quello che mi colpì fu l'essermi ammutolita di colpo davanti all'innocenza. Quell'improvviso senso di dolcezza, di commozione, di incanto che spense la mia mente.

Ho chiesto prima cosa devo fare per zittire quella parte di me che punta il dito perchè è arrabbiata, si sente defraudata di molte cose, vuole rivendicare.
Ora mi torna in mente questa esperienza. In qualche modo dovrei trovare un nesso, un collegamento che mi aiuti a ricordare che forse non mi è stato tolto nulla, forse è stato imbrattato, coperto da vernici.
Forse c'è un cumulo di sassi, basta spostarli mentre mi impegno a costruire altro.

Mi è difficile raggiungere quella parte che ultimamente appare ogni tanto, in un luogo dove non ci sono immagini, ma solo onde, non c'è età, l'esterno non può raggiungermi.
Ma non ne sono padrona, non posso andarci quando voglio, ma aspettare che venga invitata.

Se vi va ne parliamo insieme.
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"Mi manca già la tua presenza, ma fai parte di me e per questo non sei mai andata via"
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