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Vecchio 05-01-2011, 21.26.43   #2
diamantea
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Riprendo il discorso partendo dalla visione del bianco. Lui non parlava con nessuno, stava fra gli altri solo con la presenza, sembrava immune a qualunque stimolo esterno.
Ognuno ci poteva priettare qualunque film, egli restava distaccato.
Quello che mi ha stupito è stato il fatto di non aver trovato nulla da giudicare in lui, nulla da criticare, non potevo proiettare nulla della mia mente, il dito si è ammosciato, si è quasi vergognato della sua foga nel puntarlo contro tutti e contro tutti. Quel bianco non mi ispirava nulla di critico.
Il bianco mi ha cambiato l'energia. Mi chiedo se fossimo tutti uno schermo bianco impediremmo di assorbire le proiezioni?

Tutto ciò che riconosco negli altri e perchè è dentro di me, così come deve esserci l'innocenza così può esserci anche altro, il male ad esempio, se lo riconosco negli altri è anche in me altrimenti non saprei cos'è. Ma vale sempre questo principio?

Tornando al bianco, è il colore che non assorbe nulla, però se ci si proietta un film lo vediamo, riflette le immagini, ma finito il film il bianco torna a essere vuoto, bianco.

Mi torna in mente il discorso di puro e di corruttibile. Come si potrebbe definire uno schermo bianco? Puro e corruttibile? ma se si presta alla priezione ma non assorbe nulla? cioè dovrebbe essere impermeabile, quindi incorruttibile?
Ma l'innocenza di per sè si può perdere? o è solo imbrattata da materiale corruttibile?

Tante domande, ma vediamo di trovare qualche risposta se possibile.
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"Mi manca già la tua presenza, ma fai parte di me e per questo non sei mai andata via"
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