Discussione: Democrazia
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Vecchio 15-06-2009, 11.33.27   #18
RedWitch
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Originalmente inviato da Ray Visualizza messaggio
La parola democrazia viene dal greco ed è un composto di dèmos (popolo) e cràtos (potere) e significa quindi potere del popolo.

Se anche storicamente questa forma di governo ha avuto grande seguito (con che risultati è un altro discorso) solo in tempi relativamente recenti, il concetto è antico e risale, perlomeno, appunto ai greci. Mi sembra sia esistito un concetto analogo anche in oriente, con un altro nome, forse ancora più antico.

In ogni caso già Aristotele, riprendendo Platone, distingue tre forme pure di governo a seconda di quanti sono ad esercitare il potere: la monarchia (governo del singolo), l'aristocrazia (governo dei migliori) e la politìa (governo dei molti).
Anche se Aristotele ritiene l'ultima la migliore, soprattutto per Atene, vanno tutte bene finchè chi esercita il potere lo fa a favore di tutti e non di se stesso.
Quando chi esercita non tiene più conto degli interessi di tutti ma antepone se stesso, le forme di governo, quali che siano, degenerano. La monarchia diviene tirannia (interessi di uno), l'aristocrazia oligarchia (interessi di pochi) e la politìa diviene democrazia (interessi del popolo o di una parte di esso).

E' opportuno un chiarimento: oggi probabilmente chiameremmo la politìa aristotelica democrazia e la democrazia aristotelica demagogia. Tuttavia lo spunto è parecchio interessante. Aristotele infatti non vede di buon occhio un governo del popolo, dove per popolo si intende la parte più bassa della popolazione, interessata più ai propri bisogni personali che a governare, e per lo più di scarsi strumenti.
Ritiene invece la miglior cosa la politìa, il governo dei molti, dove questi molti, anche tutti, sono i "liberi ed eguali", gente sviluppata diremmo noi. E ritiene questa forma di governo la migliore per città come Atene, ossia appunto sviluppate, progredite.
Ad Atene, durante quella che noi chiamremmo democrazia, votavano i "poli", ossia gli uomini liberi. Niente schiavi e donne. Che ovviamente erano la maggioranza.

Questa distinzione rendeva i molti, alla fin fine, abbastanza pochi. Intendo dire che, dati i numeri, era possibile una democrazia diretta.
La democrazia diretta è quella in cui il popolo decide. La democrazia indiretta è quella in cui il popolo sovrano elegge dei rappresentanti che, per praticità, decideranno per lui... ovviamente secondo le sue direttive.
A me la prima cosa che è saltata all'occhio leggendo questo tuo primo post Ray, è che la democrazia di oggi non ha nulla a che vedere con quanto hai descritto della democrazia aristotelica, forse esagerando ma non mi riesce di vedere in nessun caso oggi il "potere" del popolo, il potere che dovrebbe avere, mentre è bellissima la definizione di questa democrazia in cui chi governa è al servizio del popolo, dove si antepongono i bisogni del popolo ai propri.. altrettanto oggi mi sembra utopica l'idea di una democrazia diretta, fosse anche solo una questione di numeri come si fa a pensare che tutta una Nazione ma anche solo tutta una città possa avere potere decisionale su ogni piccola cosa?

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A questo proposito porto l'attenzione sul concetto di "eleggere". Si tratta di "trar fuori" e mettere "ex-lege". Con un movimento di innalzamento di chi elegge verso chi viene eletto. Ossia si fa dall'alto. Infatti Gesù eleggeva i suoi apostoli tra i discepoli, non accadeva certamente viceversa. Infatti il popolo padrone, superiore, elegge i suoi rappresentanti, inferiori. Non si può trarre il superiore dall'inferiore.
Anche questo passaggio è tanto bello quanto utopico per come siamo messi oggi.. un popolo che elegge, dall'alto i suoi rappresentanti, mentre anche qui oggi il concetto a me pare esattamente l'opposto, il popolo ha una libertà di scelta limitatamente ad un numero di candidati (potenti o che aspirano ad esserlo) che vengono imposti, e su cui si puo' basare la scelta del "meno peggio"

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Originalmente inviato da Uno Visualizza messaggio

Qual'è la differenza tra una società di cellule ed una di umani? (non è rivolta solo a Filo la domanda)
La vedo più o meno come Grey: le cellule "sanno" che il bene di una è il bene di tutte, se sta bene una stanno bene tutte, mentre l'umano si è perso questo concetto fondamentale per strada e pensa solo al suo benessere pensando di non essere collegato ad altri.. mentre una società dove tutto funziona, per esempio una società dove ci fosse lavoro per tutti garantirebbe un benessere generale, ma credo che non sia tutto qui.. credo che la cosa sia ben più profonda, solo che finchè l'umano non si sveglia un po' e continua a pensare esclusivamente al potere che vuole detenere difficilmente si potrà avere una democrazia utile per tutti..

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Poi potrebbe essere interessante sviluppare i pro ed i contro di Democrazia diretta ed indiretta.

Io sostengo (tanto per espandere ancora il discorso) che volendo oggi la tecnologia consentirebbe una democrazia diretta anche in grandi strutture come gli Stati, ma l'umano è pronto?
Come si potrebbe avere la democrazia diretta? io non riesco proprio ad immaginarla fosse solo per il numero, più una struttura è grande, più teste si mettono insieme e più mi sembra utopico ma non riesco ad immaginarmi nemmeno il modo in cui la tecnologia lo consentirebbe.. come si potrebbe?
E poi credo che per avere una democrazia diretta ci vorrebbe una società fatta di Uomini, mi chiedo quanti secoli ci vorranno.. sarebbe già un ottimo arrivo avere una democrazia indiretta "vera", con degni rappresentanti che facessero gli interessi del popolo..
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