Discussione: Morire da.......
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Vecchio 26-06-2008, 15.20.01   #3
jezebelius
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Originalmente inviato da Uno Visualizza messaggio

In sostanza quando un bisogno fisico non soddisfatto arriva ad un certo limite moriamo, cioè arriviamo all'inverso di essere vivi, presenti.

Uno dei precetti per mettersi a meditare seriamente (intendo "l'esercizio", non la reale meditazione, stato in cui si può essere anche sempre potendo) è soddisfare prima i bisogni fisici, tipo non avere fame, non dover andare in bagno etc...

Dunque il bisogno di una determinata cosa c'è e potrebbe distrarre, anzi necessariamente lo fa.
Il bisogno pertanto " deve " essere soddisfatto, giustamente per colmarne il vuoto che potrebbe necessariamente provocarsi: la rottura di un qualcosa in me. L'esserci ( o almeno la presunzione di ) e il non esserci.

Questa rottura, limite del bisogno, diviene "non bisogno" ma non in senso di soddisfazione, quanto di estinzione di quella parte.
Mi capitava ( adesso un po meno ) quando avevo troppa fame. Arrivavo ad un punto in cui la fame era altissima ma non soddisfacendo quel bisogno arrivavo ad un punto, essendomi spinto troppo oltre, in cui avvertivo un vuoto (mentale o che altro ) in cui avrei potuto pure mangiare ma non sarebbe stata la medesima se l'avessi soddisfatto prima della rottura. Stessa cosa per il sonno o che altro.
Il bisogno rappresenta lo spazio - un vuoto, quindi questo mi fa pensare che un vuoto c'è gia di suo e che lo percepisco solo dopo la rottura - tra me e la cosa di cui ho necessità e soltanto il colmarlo, potrebbe essere un ponte a che io rimanga presente. Quindi tanti ponti quanti sono i bisogni, considerando che vi sono bisogni prima e secondari, alcuni di maggiore importanza ed altri di me, sempre in relazione a ciò che si vuole.
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Dr. Marc Haven
“Non deve essere l’alba di luce che deve iniziare ad avvisare la tua anima di tali doveri giornalieri e dell’ora in cui gli incensi devono bruciare sui fornelli; è la tua voce, solo lei che deve chiamare l’alba di luce e farla brillare sulla tua opera, alfine che tu possa dall’alto di questo Oriente, riversarla sulle nazioni addormentate nella loro inattività e sradicarle dalle tenebre in cui versano.”
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