Discussione: Correzione bozze
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Vecchio 18-02-2010, 21.39.16   #81
stella
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Visto che le mie colleghe sono impegnate come attrici, ho provato a mettere giù il secondo capitolo ma ho trovato molte difficoltà perchè c'è molto pensato in prima persona e anche perchè i dialoghi sono un po' sfasati come successione...
Ho pensato di mettere delle virgolette diverse per distinguere il pensato dal parlato, e se vengono accettate si può usare lo stesso metodo anche per il resto, posto qui sotto il risultato e chiedo fortemente un aiuto per le correzioni !!!!!

Capitolo 2 – IL DIARIO RITROVATO

E' una splendida domenica mattina, la piazza principale vista dall'alto pare una scacchiera. Il vociare allegro degli astanti ha trasformato la piazza in un brulicante formicaio. C'è l'ambulante che vende le pentole, ha una potenza nella voce degna del miglior baritono.
Profumi di spezie olezzano l'aria e i caci freschi fanno capolino sul bancone delle prelibatezze. Il barile delle olive nere è posto affianco a quello delle cipolle rosse in salamoia. Il titolare dalla faccia rubiconda sorride a tutti e con un ampio gesto del braccio pare fare un inchino sulla sua mercanzia. Portandosi verso il perimetro della piazza, a sud, verso il municipio cominciano le bancherelle dell'intimo e dei vestiti a buon prezzo. Hamid ha i prezzi più bassi, bisogna contrattare un pochetto sul prezzo. Continuando in senso antiorario ecco entrare nella zona vintage e modernariato, una sorta di bazar a cielo aperto, le bancarelle fanno posto a scaffali e tappeti con sopra ogni bendidio, "il tedesco" ha sempre le cose migliori, sorridendo dice spesso "alles im Überfluss vorhanden", vallo a capire.
Il pezzo più pregiato è un fantastico IBM tower pentium III con monitor a fosfori verdi. Sullo scaffale di fronte uno sfoggio di antichi di cellulari GSM della Motorola, sembrano mattoni neri, alcuni ricordano quelle antiche ricetrasmittenti che si vedono spesso nei film storici della II guerra mondiale. Puntatori laser a penna con le pile a pastiglia esauste, oramai introvabili. C'è pure un vecchio registratore di cassa con tasti in plastica colorati ed un display ad incandescenza, una stampante ad impatto, un tempo si emetteva lo scontrino stampato su carta, è affascinante ascoltare la scatola di latta che ad ogni apertura dello sportello fa "ding!".
Un contrasto tra passato e presente che inebria, dopo pochi passi ci si trova nel passato. Anche gli antiquari sembrano venire dal passato assieme ai loro oggetti preziosi. Nell'aria odore di bachelite, di piste stagnate, di rame ossidato, il tipico odore di percloruro ferrico punge le narici. Condensatori elettrolitici grandi come un bambino che hanno lavorato nel passato come rifasatori di linea quando ancora la corrente elettrica passava sopra le nostre teste.
Tra i banchi e banchetti del mercato, c'è anche quello improvvisato da Giulia, una bella ragazza ben proporzionata, alta, con un seno prosperoso e vita sottile. Ha i capelli lunghi castano chiaro, indossa una maglietta beige su pantaloni neri attillati come la maglietta. E' sempre truccata a puntino, il rossetto è in tinta col colore delle unghie perfettamente laccate. Tiene molto alla sua immagine, e a volte può sembrare un po' eccessiva, tanto che porta i tacchi alti anche per vendere la domenica nella sua bancarella.
“Che fatica tirare avanti, mi sono ingegnata a ritrovare un po' di roba vecchia su nella soffitta di mia nonna poveretta, è morta qualche mese fa e non mi ha lasciato niente, giusto questa lampada da studio fotografico, di acciaio, con tre faretti coperti da una cupola nera, che al tempo del suo matrimonio doveva valere un patrimonio! Spero di venderla a buon prezzo in questa bancarella improvvisata per disperazione, mi servono un po' di soldi, mi piacerebbe comprarmi un bel vestitino luminoso, a tubo, per andare in discoteca, stasera! Se mi incontra il signore dove faccio le pulizie, nell'ala est, al ventiquattresimo piano, forse lo convinco a comprare la lampada, lui è sempre tanto gentile con me, la signora invece mi strozzerebbe, accidenti!” si sta dicendo....
Tra la gente che affolla il mercato spicca Roberto, un gran bel ragazzo di 32 anni che fa perdere la testa a molte donne. E' molto alto, muscoloso, porta i capelli rasati. Indossa una tuta blu e bianca firmata, scarpe da jogging firmate e occhiali da sole firmati che nascondono i suoi splendidi occhi blu, è sempre in ordine e attento alla sua immagine.
“Che bella giornata! Ci vuole proprio questo bel sole! E quanta bella roba c'è nel mercatino!» sta pensando mentre la scorge: «Uau, guarda là, c'è Giulia. E' sempre molto carina, peccato però che ha quel modo di fare un po' da portuale... vabbè rimane comunque bella.”
Anche Giulia lo vede: “Oh, mio Dio, si avvicina Roberto, che carino, mi piace com'è vestito... e poi fa il dj, ora gli sorrido e lo saluto”:
«Ciao Roby, come va? Sei sceso tardi, tu la notte fai le ore piccole! Guarda, ho qualcosa che potrebbe piacerti tra queste mie cianfrusaglie? Forse la lampada? Sai, è degli anni settanta, era di mia nonna Caterina, è morta da poco tempo, poverina stava tanto male, ma scusa se ti annoio con tutte 'ste ciarle!»
«Ciao Giulia, io tutto bene, con te? ... Eh, ho fatto tardi questa notte... sai, ero fino alle cinque in discoteca a metter musica, lo sai che faccio il DJ no?
Tu invece come mai qui? Non ti avevo mai vista lavorare qui, ci vieni spesso?
Bella la lampada, mi piace molto, non ne avevo mai vista una dal vivo. A quanto la vendi?» le chiede.
«Veramente non lavoro qui, ho messo su questa bancarella per la prima volta, con quello che riesco a ricavare vorrei comprarmi un vestitino per venire in discoteca, sì, proprio dove fai il dj tu, mi piacerebbe tanto!» e pensa: “Forse se non sparo una cifra tanto alta, potrebbe comprarmi la lampada, mia nonna diceva che era una marca famosa, un diseg...non so neppure come si dice, accidenti!”
«La lampada è molto antica, sai era di mia nonna quando era giovane, beh per te che mi sei simpatico potrei farti una cifra modesta, anzi decidi tu quanto mi vuoi dare, Rob, non sono molto brava a vendere e poi con te mi sento in difficoltà!»
«Ah capisco, se ti va una di queste sere puoi venire in discoteca con me, io li conosco tutti e ti farei diventare la reginetta della serata!
Sinceramente non avrei neanche io idea di quanto chiederti, non ne avevo mai vista una prima d'ora.. Dimmi tu quanto pensavi di prendere, e non farti scrupoli solo perché sono io, me la posso permettere con quello che guadagno! Dimmi sinceramente a quanto la volevi vendere.»
Giulia gli risponde: «Che carino, verrò volentieri con te!» mentre si dice: “Che pasticcio che sono, ora dovrò fargli pagare la lampada pochissimo, sono proprio un'idiota, pazienza.”
«Sai, ho pensato che ti potrei chiedere circa 20 carati di diamantina, se per te va bene, affare fatto!»
Lo vede un po' esitante, se rinuncia abbasserà il prezzo, deve riuscire a farselo amico, di ragazzi come lui se ne trovano pochi, vorrebbe proprio fargli una buona impressione, la solitudine spesso la fa sentire male da morire, secondo gli altri sarebbe quasi una mezza scema da tenere a distanza!
«Solo venti volevi racimolare? Mi sembra un po' pochino per un pezzo così raro... Non è che abbassi il prezzo solo perché sono io? Ti ho detto che non devi assolutamente farti scrupoli, altrimenti non te la prendo perché sono convinto che qualcun altro potrebbe pagartela di più e quindi guadagneresti più soldi...»
Giulia si affretta a rispondergli: «No,no! Va bene così, preferisco venderla ad un amico piuttosto che ad uno sconosciuto! Sai, ho anche altre cose, riviste del 1989, anno storico per quei tempi, ci sono foto di personaggi famosi, le attrici e gli attori che andavano di moda allora, con assurdi vestiti, pettinature striate con colori diversi, sicuramente diverse dai nostri tempi. Rovistare in una vecchia soffitta è come tuffarsi nel passato, toccare con mano oggetti logori, spenti, non più adeguati eppure carichi di vita vissuta, ci puoi trovare la vita di persone a te care che improvvisamente ti appaiono come estranei, sì perché ciò che custodivano gelosamente ti meraviglia, ciò che scrivevano nelle raccolte di lettere ti fa capire un mondo interiore a te sconosciuto ed impensabile, insomma se vuoi puoi curiosare come vuoi.»
«Allora se la pensi davvero così, te la prendo io molto volentieri! Un pezzo da aggiungere alla mia collezione...» dopo una pausa continua: «In effetti è sempre bello vedere come vivevano i nostri avi: i loro usi e costumi, il loro modo di vivere e anche com'era la mentalità a quel tempo. Già che ci sono allora, dò un'occhiata anche alle riviste, magari trovo qualcosa di interessante sulla musica di quei tempi...»

Ultima modifica di stella : 18-02-2010 alle ore 21.58.06.
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