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Vecchio 23-06-2008, 15.19.56   #9
jezebelius
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Credo che forse bisogna fare una distinzione tra " maestro " ( "m" minuscola ) e " Maestro " ( "M" maiuscola).
Se partiamo dall'etimologia che anche Uno ci ha dato, ossia colui che possiede la Maestria nel risolvere un problema o altro, lo si può utilizzare come input.
Non a caso però, ad esempio, in alcuni Ordini esistono vari tipi di ( o gradi ) di Maestro.
Ancora, Maestro contiene gia in se l'essere " grande " in qualcosa e talvolta il titolo con cui si chiama un soggetto " Gran Maestro ", serve ad identificare ( o dovrebbe servire, prescindendo dalla degenerazione per un attimo con cui si potrebbe venire a contatto, tant'è che esistono gradi che vengono " offerti" in maniera molto semplice in alcuni di quegli Ordini e che non corrispondono alla reale Levatura del soggetto ) colui che, potremmo dire, ha una "doppia grandezza".
Il discorso secondo me è molto ampio per cui varrebbe la pena vedere la cosa da più angoli o punti di vista.

Tornando alla definizione di " maestro", in riferimento a quella che è l'etimologia ed ai gradi, si potrebbe dire che, in maniera molto semplice, colui il quale si trova in questa " posizione" non possiede una conoscenza di quella cosa ma forse, in base alla sua esperienza, può, limitatamente ad un argomento, in maniera consapevole o no, dare una indicazione, un consiglio.
Va da se che questo sarà sempre intriso, condizionato, dalla sua soggettività ( ad esempio Gino che ci dice si di annaffiare il giardino ma nelle ore in cui il sole è maggiore; si tratta sempre di annaffiare il giardino ma in maniera differente da quella che probabilmente servirebbe ).
L'avrà comunque " sporcata".
Per di più, azzardo, lo si potrebbe chiamare " insegnante" nel senso che indica, come Gino ha fatto nell'esempio di Uno, come fare una cosa, semplicemente perché, però, io non la conoscevo.
Tra l'altro, c'è il vicino che " conosce " le stesse cose che mi ha detto Gino ed io, al vicino appunto, non ho prestato attenzione, basandomi su ciò che invece mi ha detto il primo.
In ciò vedo anche un riconoscimento mio nei confronti di Gino nella misura in cui io ho bisogno di qualcosa e soprattutto, per questo, nel riconoscimento ( un conoscere di nuovo ) nei suoi confronti.
In ciò e quindi nel rapporto tra me e Gino si fonda quel che cerco, relativo alla conoscenza ( di cui ho bisogno che è quella della possibilità di innaffiare il giardino o che altro ).
Se Gino sa solo quello ed io, invece, ho bisogno di altro che so, in riferimento al giardino devo conoscere come si potano le rose e Gino non me lo sa spiegare, sicuramente cercherò ciò di cui ho bisogno presso un altro.
Il tutto partendo sempre dal presupposto che Gino non è Maestro di Giardinaggio.
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Dr. Marc Haven
“Non deve essere l’alba di luce che deve iniziare ad avvisare la tua anima di tali doveri giornalieri e dell’ora in cui gli incensi devono bruciare sui fornelli; è la tua voce, solo lei che deve chiamare l’alba di luce e farla brillare sulla tua opera, alfine che tu possa dall’alto di questo Oriente, riversarla sulle nazioni addormentate nella loro inattività e sradicarle dalle tenebre in cui versano.”
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