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Vecchio 01-09-2009, 09.55.26   #71
Uno
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Citazione:
Originalmente inviato da Ray Visualizza messaggio
Quindi quel che noi chiamiamo vita è una momentanea resistenza all'universo?
Già, come già detto altrove per vivere occorre una grande forza di volontà, bisogna desiderare la vita. Poi in natura abbiamo l'istinto di conservazione, che però se lo analizziamo bene funziona più che altro con il fisico, infatti ci sono persone il cui corpo vive ma in realtà sono morte da un pezzo (e non sempre è così evidente)

Citazione:
Originalmente inviato da filoumenanike Visualizza messaggio
Mi sembra di aver capito, il Tutto... è la nostra morte? si può, dunque, pensare che nell'attimo finale potremmo avere la percezione del Tutto, che poi pone fine all'esistenza?
In un certo si può dire anche così si. In fin dei conti noi chi e cosa siamo?
Siamo qualcosa rispetto al tutto, se diventi stabilmente tutto non sei più quel qualcosa che ti rende un individuo.
Esiste una via di mezzo che non è vita (come la intendiamo normalmente) e non è morte.

Citazione:
Originalmente inviato da Kael Visualizza messaggio
Più che all'Universo io direi al Tutto (o al Nulla vista da un'altra parte..), al caos primordiale.
L'Universo ha una sua organizzazione dinamica anche nel micro (noi esseri umani) mentre il Tutto è quel caos privo di organizzazione da cui ogni cosa discende, sorgente stessa dell'Universo.

Con Universo con la u maiuscola intendevo (intendevamo suppongo) il tutto, non stavamo parlando di questo nostro singolo, "piccolo" universo.
Quote:


Quando un essere muore, quando perde cioè quegli organi adatti al filtraggio, non è più in grado di opporre resistenza a questo Tutto, che lo sommerge completamente...
Gli organi non li perde, o meglio non è la causa è una conseguenza, nel momento che li apri un pò di più di ciò che riesci a sopportare diventano come una paratia di un sottomarino, inizia a riempirsi di acqua e diventa molto difficile chiuderla.
Se la chiudi comunque rimarrà dell'acqua da pompare fuori per tornare alla normalità, se non la chiudi il sottomarino affonda.

Insomma questi organi di filtraggio se li apri di colpo senza preparazione (voluta o naturale che sia) si danneggiano internamente in proporzione all'esposizione. Con il tempo o si riparano o mantengono l'individuo in uno stato che conosciamo con il termine pazzia.
Qui stiamo parlando di eventi abbastanza significativi, ma piccole variazioni di questo equilibrio (tolleranza/capacità filtrativa) sono costanti durante tutte le nostre giornate e sono ciò che ci rende instabili a tutti i livelli, in un microsecondo varia la nostra percezione dell'Universo, o per essere più pragmatici, del nostro ambiente esterno prossimo.
Al di la dei piccoli io, questa è un'altra causa del fatto che ci alziamo di buon umore e dopo 10 minuti se incontriamo tizio che ci sta sulle @@ diventiamo di cattivo umore, tizio che ci sta... ci altera la percezione, ci microdanneggia o se preferite sensibilizza, gli organi di filtro ad accentuare di più alcuni tipi di percezione, cioè in questo caso quelle fastidiose che ci rendono di cattivo umore.
Se ragioniamo in altri termini, il cattivo umore (umori= fluidi corporei) dovuto a influenze fastidiose dovute ad un certo modo di lavorare di questi famosi filtri (che può essere anche per l'aver incontrato x).... predispone il nostro corpo ad essere "abitato" dal piccolo io di turno (mens sana in corpore sano, e viceversa) che ci rende irascibili, fastidiosi, irritabili etc... anche se ovviamente non è che quel piccolo io normalmente sia chissà dove.... sempre in noi è.
Uno non è connesso