Discussione: Divinita' e Daimon
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Vecchio 29-05-2008, 16.42.16   #82
nikelise
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Originalmente inviato da Kael Visualizza messaggio
Molto interessante quanto dici, anche se affronti l'argomento più che altro in chiave psicologica. E' vero il discorso della polarizzazione, dello yin e yang, ma quelli siamo sempre noi, sia l'io sia la parte rifiutata che resta nell'inconscio. E sono anche d'accordo sul fatto che la parte inconscia che crea il movimento può essere definita "angelica" perchè ci permette di muoverci e quindi di vivere, ma questo solo dal nostro punto di vista.

Da un punto di vista più "grande", il daimon è proprio un'entità esterna che si "attacca" al nostro polo inconscio e cerca di tentarlo, quindi è vero che tutti ce l'abbiamo, ma noi non siamo il daimon. E questo infatti varia a seconda del nostro movimento, più "smuoviamo" le acque dell'inconscio, più tale daimon si adatta di conseguenza.

Mi viene anche in mente il film la bussola d'oro, ogni persona ha un daimon "fisso" mentre invece i bambini ne hanno uno che può cambiare continuamente di forma... e questo a livello psicologico è possibile proprio perchè nei bambini l' "io" come concetto non è ancora formato ed è quindi mutevole...
In questo senso il significato di "tornare come bambini" non significa perdere l'io che ci siamo formati nel corso della vita, ma semmai di ampliarlo fino a possedere un io talmente grande (quindi Integrato) che può assumere qualsiasi forma perchè le comprende tutte...
Ma a me sfugge veramente anche solo l'utilita' di ritenere il daimon qualcosa di diverso di una parte del nostro inconscio , la nostra ombra , l'altro polo di noi stessi.
Come si fa ad incidere su di noi se abbiamo a che fare con entita' estranee a noi .
Ancor di piu' se poi si passa a considerare il daimon come il nostro destino e quindi se si accede a quel modo di vedere che anche ha la funzione di lenire il disagio , secondo cui quello che ci accade e' necessitato quindi gia' determinato altrove ;
e se poi si passa a considerare quello che ci capita necessariamente anche come giusto per noi secondo un disegno trascendente e non solo per noi ma anche ,giusto , nella funzione che ha rispetto al destino degli altri con i quali abbiamo a che fare;
E soprattutto se il processo di individuazione altro non e' che essere quello che si e' e non migliori , migliori rispetto a cosa?
Poi come diceva Uno si puo' ,per affrontarli meglio, anche materializzarli in simboli ma forse e' un'altra cosa.
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