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Vecchio 26-06-2008, 15.02.42   #54
jezebelius
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Originalmente inviato da Uno Visualizza messaggio
Come già detto non è per nulla facile, se volessimo usare una metafora l'amore è una fiamma, a seconda di come la usi da risultati diversi.
Puoi tenerti ad una certa distanza e comunque illumini, puoi avvicinarti e scaldare... ma se vuoi possedere abbracciando l'oggetto del tuo amore e questo non è strutturato per sopportare la tua forza lo bruci... e arrivi anche al punto che si spegne la tua fiamma.
La passione, la bontà o l'amicizia, sono manifestazioni diverse e con diversi soggetti dell'amore, ma l'amore è come la fiamma dentro una lampada, l'amore è dentro di te (se tieni la fiamma accesa) e per induzione spande la luce ed il calore verso l'esterno.
La metafora della lampada può far capire anche molte dinamiche, spesso si oscura tutto intorno e si lascia solo uno spiraglio che illumina solo gli oggetti preferiti del nostro amore.
La cosa deriva dal fatto che molti tengono le lampade a risparmio e vogliono usare la luce altrui, poi ripicche e ripicchine e il mondo gira come gira.

In realtà una volta che la mia lampada è accesa se illumino solo in una direzione o tutto intorno non cambia il mio consumo, e concentrare troppo la luce in un punto a volte non è bene.
Al contrario c'è chi accende un lumicino, poco perchè avaro di sentimenti... poi tiene completamente oscurata la lampada e siccome la luce gli riflette internamente in questo modo crede di illuminare tutto, in realtà sta illuminando se stesso, purtroppo solo il suo strumento lampada, non è l'amore verso se stessi oggetto di questo 3d.

Se ti sei mai persa ad osservare le fiamme di un caminetto sai già molto sull'amore, il fuoco come gli altri elementi (acqua, aria, terra) si insinua ovunque, abbraccia ciò che trova di fronte, viene deviato ma allo stesso tempo si amalgama con ciò che incontra.

La fiamma ha diverse sfumature di colore, la parte che si avvicina al blu è la più potente, può sciogliere il metallo, ma senza la parte rossa non esisterebbe, la parte rossa è la passione, la parte blu è l'amore puro.
L'amore mi fa pensare ad un qualcosa che si "attiva" e per questo incendia, avvolge. Questo avvolgere è la conseguenza di un'accettazione da parte del pezzo di legno ad esempio.
Sembra strano a dirsi ma forse c'entra. C'entra per il fatto che il pezzo di legno " brucia " perchè in un certo senso è predisposto affinchè bruci, non so come dire ma forse cambia il modo per cui esso ha accettato di bruciare.
Fatto è che se il legno viene bagnato, il fuoco avrà più difficoltà ad attecchire.
Forse mi sono un po perso ma è proprio su questo perdersi che forse ci si dovrebbe interrogare. Infatti forse non è inutile ribadire che una volta acceso, il fuoco, se non c'è nessuno che lo controlla - che potrebbe essere un contenitore come il caminetto o anche il Tizio che lo tiene a bada - fa danni; si perde, se possiamo dire così, ed avvolge tutto indistintamente. Ecco forse la passione, la parte rossa di cui, in sostanza comunque, il fuoco necessita.
Se lo si controlla, al contrario, si può indirizzarlo in una direzione, verso un posto più che in un altro ma il controllo è commisurato al contenitore e, ovvio, a chi lo gestisce ed alle sue capacità. Pertanto maggiore sarà il fuoco, maggiori dovranno essere le capacità di gestione.
Il perdersi " davanti al caminetto " però mi fa venire in mente anche, partendo da questa impossibilità di gestione del fuoco, alla circostanza, non inusuale, di farsi travolgere dal fuoco anziché contenere.
Un perdersi dal quale difficilmente si potrà uscire: ci si incendia.
Tornado alla fiamma, è vero che sprigiona calore ed illumina se diretta bene ma è anche vero che la parte blu, quella che Kael ha detto "si trova " qualche centimetro più su dalla parte rossa, potrebbe essere il " risultato " di una trasformazione, appunto, della rossa.
Cioè la base per cominciare è la passione, poi questa può( dovrebbe ) essere trasformata, sublimata, in altro che è la blu. Infatti si trova poco più della rossa avendo per " base ", quell'aria che Kael diceva, la quale è il composto derivante dall'incendio.
Il fuoco, poi per altro, non potrebbe bruciare in ambiente privo d'aria o con troppa acqua ed insomma risulta essere la combinazione di vari fattori.

Ancora, tornando un attimo al discorso di chi illumina se stesso, credo che si faccia riferimento alla illusione di dare, fare, credendo di illuminare l'ambiente circostante, quando invece appunto si illumina se stessi.
Un'avarizia che in fondo è riscontrabile più o meno in tutte le persone.
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Dr. Marc Haven
“Non deve essere l’alba di luce che deve iniziare ad avvisare la tua anima di tali doveri giornalieri e dell’ora in cui gli incensi devono bruciare sui fornelli; è la tua voce, solo lei che deve chiamare l’alba di luce e farla brillare sulla tua opera, alfine che tu possa dall’alto di questo Oriente, riversarla sulle nazioni addormentate nella loro inattività e sradicarle dalle tenebre in cui versano.”
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