Visualizza messaggio singolo
Vecchio 16-07-2008, 11.00.36   #63
Uno
Amministratore
 
L'avatar di Uno
 
Data registrazione: 28-05-2004
Messaggi: 9,695
Predefinito

Citazione:
Originalmente inviato da nikelise Visualizza messaggio
''L'esperienza mistica è per certi versi simili alla normale realtà, siamo senza il vetro, ci troviamo con la nostra fiamma immersi in un fuoco immenso....''

Si tratta della trasposizione in parole del tuo avatar?
In parte, nel momento cruciale dell'esperienza mistica non esiste più l'individualità, se riesci a "tornare" (non in senso di luogo ovviamente) conservando la memoria e recuperando a pieno l'Individualità si compie il Mistero dei misteri.
Nota il maiuscolo e minuscolo, l'Individualità può essere recuperata solo dopo l'esperienza mistica, prima è individualità comune, l'esperienza mistica potrebbe anche essere nulla di particolarmente eclatante, dipende dalla costituzione della persona, in ogni caso deve cambiare, o meglio aumentare la percezione dell'altro e del tutto.
Quote:


Ottimo , se posso continuare :
L'altro che e' l'occasione che abbiamo ( ammesso che sia solo questo) per avere l'esperienza mistica o metafisica, che fine fa ?
Mi spiego meglio : si vivono due realta' differenziate ma tutte coscienti , quella reale con l'altro e quella metafisica in cui laltro e' solo un tramite.
L'altro spesso non e' cosciente d'essere un tramite ,ne' io posso gravarlo del peso di questa esperienza trascendente .
Come si conciliano le due realta' ?
Forse col ritorno di cui parlavi sopra? Ma come e' possibile trattare l'altro come se non svolgesse tale determinante funzione?
L'altro non è mai cosciente di essere un tramite, tranne i casi rari che dovremmo definire Maestri.
Per essere Individui le due realtà devono integrarsi, purtroppo mettere la cosa a parole la banalizza e tocca usare le solite formule trite e ritrite, una buona è quella della mano e delle dita, se focalizzi l'attenzione sulla mano non distingui dito da dito, sono un insieme, se focalizzi l'attenzione sul singolo dito ti perdi l'identificazione della mano e delle altre dita, l'unico modo è usare la mano, non ti soffermi su nessun punto di vista eppure li hai entrambi com-presi, le dita hanno sensibilità ma la mano globalmente, attraverso le dita, stringe un oggetto se serve, compie operazioni.
La metafora poi ci fa capire che una mano senza dita non sarebbe nulla, quanto le dita senza la mano, di questa frase piacerebbe agli Atei, la seconda ai fedeli di qualche religione monoteista, se solo la mettessero insieme...

Non sono sicuro di aver risposto a quello che chiedevi, in ogni caso il fulcro è usare l'altro senza usarlo, intendo che se tu volessi (anche nel migliore dei modi e delle intenzioni) utilizzare chi incontri volontariamente per crescere, il tuo movimento sarebbe un adattarti come in un gioco matematico qualsiasi, faresti delle mosse pensando a come ti risponde l'altro, questo è il primo passo della conoscenza di se stessi e dell'altro, ma se ci si ferma qui si sposta la meccanicità su un gradino più alto (o più basso a seconda dei punti di vista), il passaggio ulteriore deve essere come un videogioco (tipo sparattutto) di cui conosci il funzionamento e le tue possibilità (esempio le armi, i rifornimenti) ma non sai mai la scena dopo cosa ti riserverà.
In soldoni nel primo livello condizioni te e l'altro ad un certo tipo di teatrino, questo può essere visto come Sapienza e Potere da qualcuno, lo è anche ad un livello ancora basso ma finchè non sei pronto a lasciare che sia come sia, ad accettare ed essere pronto allo stesso tempo non fai la svolta.
Non ho ancora risposto... ma abbi pazienza o prova anche tu a girare il discorso.


Citazione:
Originalmente inviato da Astral Visualizza messaggio
L'Amore di Dio non si consuma, il nostro si, perchè?
Perchè forse utilizziamo il combustibile del corpo, dell'astrale e del mentale, e questi sono limitati.
Banalmente perchè Lui lo vede dal punto di vista Divino e noi da quello umano, l'amore è lo stesso ma come umani noi vediamo solo il triangolo rivoltato verso il basso , sopra enorme ed infinito, sotto minuscolo e finito, come Uomini possiamo aggiungere l'altro triangolo con la base sotto e rivolto verso l'alto.

Citazione:
Originalmente inviato da cassandra Visualizza messaggio
Vorrei capire meglio il concetto di bruciare l'altro e magari se continuassi il discorso..
Prendi un fiammifero, pur ha la sua fiammellina... comunque esiste in quanto fiammifero, almeno finchè non si consuma completamente, vive. Se getti quel fiammifero sul fuoco di un caminetto che succede? Il fiammifero non esiste più, lo bruci e consumi in un istante, lo sommergi, la sua mini fiammella alimenterà pure il falò del caminetto, ma come ed in quanto fiammifero non esisterà più.
Poniamo che quel fuoco si possa muovere e che tu sia quel fuoco e che un tuo amico sia un fiammifero, se tu vai a sommergere questo tuo amico lo bruci, non esisterà più come persona....
Ovvio sto portando esempi estremi, nella realtà fuochi come quelli di un camino rispetto ad un fiammifero ce ne sono ben pochi e sanno quello che fanno, ma il concetto è questo, in un infima potenza se insisti per dare amore a chi non può sopportarlo lo bruci, lo consumi, gli togli vitalità.
"Dare" può essere frainteso, non è sbagliato voler bene (in senso reale, non per una sorta di autosuggestione poco reale) voler il bene di tutto e tutti, in sostanza amare, è sbagliato voler dare questo bene, banalmente (ma è solo un esempio materiale, la cosa si alimenta a volte molto sottilmente), io voglio il bene di tizio e siccome io conosco Dio voglio a tutti i costi che lo conosca pure lui, non serve che continuo cero?
L'amore deve essere attirato da chi è pronto a riceverlo, non si può dare, si può solo mettere a disposizione.
Uno non è connesso